Serie A, anche l’ottava giornata è finita

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Anche l’ottava giornata della Serie A è finita. Abbiamo visto un grande Napoli stendere il Sassuolo liquidandolo 2 – 0, un Milan che serve il tris al Chievo a San Siro, doppietta di Higuain e rete di Bonaventura, prima del gol della bandiera gialloblù con l’eterno Pellissier. Lazio ok con la Fiorentina, Sampdoria corsara a Bergamo con l’Atalanta, mettendola letteralmente in crisi, resta quart ultima a 6 punti, pericolsamente a contatto con la zona retrocessione.

Decisiva la rete di Tonelli che inzucca un perfetto calcio d’angolo del neoentrato Ramirez. Vince di misura anche la Lazio che supera 1 – 0 la Fiorentina all’Olimpico grazie alla rete di Ciro Immobile. I biancocelesti salgono così al secondo posto in classifica a quota 15 punti.

È stato servito come antipasto delle 12,30 il colpo del Parma che stende il Genoa in trasferta e raggiunge la Fiorentina a quota 13. A Marassi finisce 1 – 3, illusorio vantaggio di Piatek, poi tris dei ducali in 14 minuti, dal 16esimo al 30esimo. A segno Rigoni, Siligardi e Ceravolo. Per il Parma successo importante, anche a ragione delle numerose assenze.

Il 7 ottobre 2018, ha servito un piatto ricco nella domenica di Serie A. Dopo gli anticipi, in campo gli altri sei match dell’ottava giornata di campionato.

I partenopei accorciano le distanze dalla Juve, tornando a -6 dalla vetta. Ultimo match del programma è stato quello che ha visto lo scontro Spal – Inter.

Gli anticipi hanno visto, sabato successi per la Juventus a Udine, nono stante la crisi CR7 va ancora a segno, per il Cagliari contro il Bologna e la sera successo in trasferta per la Roma a Empoli.

Gli uomini di Allegri, all’ottava vittoria di fila in campionato, decima se consideriamo la Champions, volano momentaneamente a +9 sul Napoli.

Ha fatto parlare di se, principalmente, il bambino che durante il riscaldamento elude la security e va ad abbracciare il suo idolo, a lui poco interessano le questioni giudiziarie. Si chiama amore incondizionato, non conosce ragioni né ostacoli, come accade per buona parte dei bambini, conosce solo le ragioni del cuore. Lo stesso amore che muove una madre nel vedere il figlio al centro di una bufera planetaria con le orribili ombre che solleva un’accusa di stupro.

“Buona fortuna, figlio, perché insieme siamo più forti”, scriveva la signora Maria Dolores al suo Cristiano nel pre-partita.

E lui, Cristiano, si è presentato alla Dacia Arena con addosso i pensieri che in una settimana come questa lo costringono a portarsi dietro un bel carico. L’inchiesta riaperta negli States da una donna che torna a denunciare un presunto abuso sessuale del 2009, la stampa di mezzo mondo che rilancia la notizia e gli sponsor che tremano al pensiero di dover ritrattare i contratti stipulati con il campione.

C’era tutto questo nel rettangolo verde di Udine, non solo una partita come le altre.

“Avanti così tutti assieme. Fino alla fine”, twittava ieri sera il fuoriclasse portoghese, cercando evidentemente, nella ritualità del quotidiano di dribblare i fantasmi a stelle e strisce.

Fare come se nulla fosse, anche se poi in campo, CR7 era visibilmente spento, poco ispirato, palese che non fosse lo stesso di sempre.

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