Moto GP, tutte le info sul prossimo appuntamento

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Abbiamo passato un weekend dove lo sport in generale si è preso un momento di pausa, adesso il Gran Premio d’Argentina previsto per fine marzo, ci da appuntamento sul circuito di Termas de Rio Hondo, apprestandosi a rivivere la sua 6a edizione con il circuito dalla firma italiana Jarno Zaffelli.

In passato su questo circuito ha visto 3 vittorie Honda, di cui 2 con Marquez e una con Crutchlow, 2 vittorie targate Yamaha con il Dottore nel 2015 e con Vinales nel 2017. entrambi poi, hanno avuto nel 2015 e nel 2016 un contatto che gli ha fermato la corsa, facendoli cadere rovinosamente.

Mentre chi non ha mai vinto è la Ducati che sopratutto dopo le ultime polemiche brama questa vittoria più che mai.

La prima tappa sarà venerdì 29, per i due turni delle prove libere, sabato 30 ci saranno gli altri 2 turni delle prove libere e domenica 31 la seconda tappa della MotoGP.

Il tracciato argentino, pur essendo arrivato da poco nella lista, è il secondo più veloce del campionato dopo Phillip Island e vanta le percorrenze medie tra le più veloci dell’intero campionato mondiale, ed è considerato un circuito difficile per le gomme.

Si trova nella provincia di Santiago del Estero, nell’Argentina settentrionale, il tracciato di Rio Hondo è stato disegnato in ultimo, come abbiamo detto, dall’italiano Jarno Zaffelli per cui a seguito è stato accettato nell’elenco della MotogGP .

Il tracciato è composto da un lungo rettilineo di 1076 metri che in qualche modo inizia nell’uscita della curva 3 e continua in costante accelerazione dalla curva n. 4, fino a quando la moto è finalmente diritta e viene lanciata a 280 km/h. La velocità massima raggiunta sul rettilineo raggiunge i 340 km/h e decelera fino a 75 km/h prima della curva 5.

Ogni anno comunque, l’Autódromo de Termas de Rio Hondo ospita decine di competizioni per le auto e così quando le MotoGP sbarcano in Argentina si trovano di fronte ad una pista che a questo punto risulta molto sporca.

Termas è come vi abbiamo accennato un circuito difficile per le gomme. Specialmente nelle prime prove, i piloti devono girare su una superficie sporca e scivolosa. A questo aspetto viene aggiunto un asfalto abrasivo e un layout con forti accelerazioni a angoli di inclinazione ripidi, ad esempio le curve 6 e 11, dove i pneumatici sono sollecitati al limite. Per dare un’idea, basta ricordare che nel 2016 la sabbia che era presente in grande quantità sull’asfalto non ha consentito ai piloti nel primo turno di prove libere di girare su tempi di 1’43’’-1’44’’, un crono abbassato il giorno successivo dopo la che pista si era pulita, di oltre 3 secondi.

Non bisogna dimenticare ad esempio che nel 2016, i problemi relativi ai pneumatici hanno indotto la Race Direction a decretare che la gara si svolgesse sotto la regola ‘flag-to-flag’, riducendola a 20 giri e un cambio di moto obbligatorio prima dell’undicesimo giro. A complicare una situazione già critica, la domenica è arrivata la pioggia, facendo sì che la gara si svolgesse su un asfalto mezzo asciutto che rese ancora più articolato il GP del 2016 a Termas de Rio Hondo.

Insomma ci tocca ancora aspettare e poi vedremo la corsa, su un rettilineo di 4.806 metri, con 5 curve a sinistra e 9 a destra.

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