Le foto che non avrebbero mai dovuto scattare

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Da amante della fotografia, mi rendo sempre più conto che ogni momento e ogni dettaglio potrebbero essere immortalati se visti con un buon occhio.

Ma ci sono momenti in cui questo buon occhio preso dal pudore e dal rispetto dovrebbe non vedere. Ci sono infatti dei momenti in cui, dovremmo abbassare le mani ed evitare di immortalare situazioni troppo dolorose che non farebbero bene a nessuno, ne oggi ne durante il corso della storia.

Questo almeno è il mio pensiero e per fortuna il pensiero di tante persone che hanno ancora un senso civico.

Pensiero che non ha avuto chi invece ha deciso di rubare delle foto, scattate a Michael Schumacher.

Ciò che oggi sappiamo ci arriva dall’Inghilterra, secondo quanto riporta il Daily Mirror, uno sconosciuto avrebbe fotografato il sette volte campione del mondo nella sua villa di Ginevra, dove l’ex ferrarista è in riabilitazione dopo l’incidente del dicembre 2013 e avrebbe poi messo in vendita le immagini per ben un milione di sterline (circa 1,17 milioni di euro).

Al momento, secondo quanto riporta il tabloid britannico, la famiglia ha provveduto ad avvertire le forze dell’ordine su quanto accaduto. A quanto pare, la vicenda risalirebbe all’anno scorso, per fortuna da allora, nessuna foto è stata pubblicata, né dalla stampa, né sui social.

A spingere la mano di chi ha scattato è stato, oltre al cattivo gusto e all’inciviltà, la voglia di catturare in degli scatti il pilota che da quando è stato vittima del grave incidente sugli sci a Meribel, è sparito dalla scena pubblica, dietro al muro di privacy eretto dalla sua famiglia, che solo in determinate circostanze ha lasciato trapelare alcune informazioni sul suo stato di salute. Come in una recente lettera ai sostenitori del fan club di Kerpen in Germania, dove la moglie Corinna ha invitato i tifosi a credere nella ripresa di Michael con queste parole:

Le grandi cose iniziano con piccoli passi. Molte piccole particelle possono formare un enorme mosaico. Insieme siete più forti ed è esattamente così che le forze combinate del movimento KeepFighting rendono più facile incoraggiare gli altri“, la lettera fa riferimento nello specifico alla fondazione di KeepFighting, che supporta altre vittime di incidenti e investe nella ricerca sul cervello e sul midollo spinale.

Di Schumi ha parlato recentemente anche Sebastian Vettel:

“Chiunque venga dopo Schumacher deve mettersi in fila e sapere di essere indietro. Penso che le prestazioni di Michael siano state e siano ancora uniche. E’ stato lui a segnare la svolta per la Formula 1 ed il motorsport in Germania. Tutti quelli che vengono dopo di lui si uniscono al gruppone che è alle sue spalle. Lo vedo chiaramente”.

Belle parole che diverse non potevano essere, considerata la stima profonda e duratura che Sebastian ha per colui che è stato un mentore. Sicuramente l’incidente di Schumacher ha segnato per il pilota, ancora più giovane al momento dei fatti, un trauma profondo. È inevitabile chiedersi quando avrebbe potuto ancora donare, Michael del suo sapere, alla Formula 1 e a Sebastian, ancora per il 2020 GP F1.

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