I musei italiani conquistano il mondo

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In queste ultime settimane lo abbiamo sentito tante volte, ma non si deve smettere di parlarne, perché l’arte italiana va tutelata e per farlo serve personale adatto. Personale che in questi anni si è formato e si sta formando, in attesa che lo Stato italiano si svegli e copra un po’ di posizioni vacanti. Ecco perché abbiamo deciso di dedicare ai musei del bel paese, questa guida viaggio.

Certo è che a giocare un ruolo importante negli alti numeri segnati dai musei italiani dal 2019 ad oggi è stata l’innovazione digitale.

È finito il periodo in cui sentivo molti lamentarsi della scarsa attenzione ai siti ufficiali, oggi il web si è aggiornato e si avvale dell’ausilio dei social network.
Rivoluzione che è partita pochi anni fa e che oggi ne sta raccogliendo i frutti.

L’Italia (Galleria degli Uffizi a Firenze e il Museo del Novecento a Milano) è per la prima volta nella classifica mondiale dei musei più cliccati su Instagram.

Che sia ciò ad apportare un resoconto veramente positivo all’affluenza nei musei La risposta non è facile, anche perché la fruizione artistica e ciò che essa riesce a regalare in termini di crescita intellettuale e di appagamento emotivo, resta qualcosa di estremamente soggettivo.

Sarà per questo che le parole del direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, ha affermato:

«Il canale degli Uffizi su Instagram è diventato uno strumento di diffusione democratica della cultura italiana, con un raggio d’azione enorme, se si considera il profilo internazionale dei follower. Ma soprattutto è un’occasione di conoscenza, di nuove idee, di scoperte e di immagini di opere mai viste o di capolavori presentati in un contesto nuovo, che provoca il pensiero e il dibattito. Ogni giorno viene pubblicata un’immagine, accompagnata da uno scritto storico, filosofico, poetico o divertente proposto in italiano e inglese: una formula che sta conquistando migliaia di nuovi appassionati ogni settimana, in ogni angolo del mondo».

Insomma, siamo entrati nell’era del capolavoro cliccato sullo smartphone, piuttosto che ammirato nel museo. Certo, in entrambi i casi usiamo gli occhi. E non è solo una questione di «sorriso», ma di sostanza.

400mila sono i follower degli Uffizi, prima galleria italiana nella top ten dei musei connessi a regola d’arte con smartphone, app e social network. Una classifica guidata saldamente dal MoMA con 4 milioni di follower; segue il Metropolitan Museum of Art con 3 milioni; la Tate Modern con 2,5 milioni; il Louvre stranamente con soli 1,8 milioni; il Guggenheim Museum con un milione; il Victoria and Albert Museum di Londra con 800 mila; il Centre Pompidou di Parigi con 700 mila e il Moca di Los Angeles con appena 400 mila.

Obiettivo lavorare sulla percezione per attirare più fruitori, entrando a gamba testa attraverso le piattaforme più diffuse, Facebook come vi abbiamo già accennato noi è in leggero calo, continuiamo ad utilizzarlo per lavoro, perché tanto ormai fa parte dei nostri canali. Twitter pare essere stazionario, così come lo è Instagram in crescita per quanto riguarda il musei, ma di fatto ha bloccato la sua corsa alla vetta.

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