Ecco la Nuova Ferrari 2020

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Reggio Emilia, sulla facciata del Teatro Valli, spicca la bandiera della Scuderia Ferrari, insieme a quella dell’Europa e del Tricolore italiano. A spiegarlo è il Sindaco Luca Vecchi che ospite su Telereggio ha dichiarato:

“Dobbiamo essere consapevoli che nulla accade per caso, questa città ha una storia, legata al Tricolore. Sono orgoglioso di essere reggiano e la Ferrari ha fatto un bel regalo a Reggio a venire qua”.

Come poi ha ben spiegato anche John Elkann:

“La Ferrari è orgogliosa dell’Italia e di rappresentare l’Italia nel mondo”

Così il Sindaco spiega l’immagine che racchiude il senso di un evento storico, straordinario per la città. La scelta è di fatto caduta sulla Regione dove nacque il tricolore, proprio a simboleggiare che alla fine la Ferrari e l’Italia sono una sola cosa. Inutile negarlo è di sicuro uno dei simboli italiani più riconosciuti al mondo.

Abbiamo provato a scovare tutti i segreti e le scelte fatte sulla nuova macchina.

La nuova monoposto prende il nome di SF1000, deve il suo nome al traguardo dei 1000 Gran Premi disputati dalla Scuderia, un traguardo che verrà raggiunto alla nona gara del campionato.

Per i meno esperti parlare di rivoluzione sarà difficile, di fatto la SF1000, sembra quasi la sorella maggiore della SF90, dello scorso anno. Considerate che nell’ultimo anno prima di un importante cambio regolamentare era impossibile attendersi rivoluzioni. I tecnici sono partiti quindi da quanto di buono ha dimostrato in pista nel 2019, cercando di spingersi al limite in ogni dettaglio.

A breve però noterete che le forme e i miglioramenti sono più che ricercati.

Prima di tutto va detto che se la vedete opaca non è di certo colpa del vostro schermo o di chi ha scattato la foto, semplicemente la vernice è rientrata nelle grandi scelte effettuate sulla monoposto 2020. Pare infatti che ciò abbia influito leggermente sul peso, diventando quindi una scelta a favore dell’aerodinamica e non solo.

Grandi sforzi infatti sono stati fatti per ridurre il peso mentre tanto lavoro è stato fatto sulla power unit per mantenere prestazioni elevate e far fronte al nuovo regolamento soprattutto in termini di consumo d’olio durante gli oltre 300 km di gara.

Il secondo punto che salta subito alla vista è il fatto che sia dimagrita, si presenta infatti molto più snella nella sua parte posteriore. Gli ingegneri della Ferrari hanno lavorato nella parte interna, diminuendo gli ingombri e donando alla vettura una silhouette da modella. Grande infatti è stato svolto nella zona delle pance che mantengono l’innovativa soluzione, introdotta sulla SF70H del 2017, ovvero del cono anti intrusione superiore in posizione ribassata. Spostando l’ingresso di raffreddamento dei radiatori in alto, si è liberato spazio nella parte bassa per generare quel fondamentale effetto di downwash che serve a migliorare le prestazioni del posteriore vettura. Un concetto ripreso da Red Bull nel 2018 e ulteriormente evoluto poi sulla RB 15 della passata stagione da cui gli ingegneri del team di Maranello hanno preso spunto. È infatti ora presente nella parte superiore un profilo aerodinamico non più collegato ai deviatori laterali alle pance. Anche dal punto di vista della disposizione dei radiatori si è guardato in casa Red Bull andando a sistemarli il più possibile verso il telaio, liberando così una sezione utile a far confluire un maggior flusso d’aria nella parte centrale del diffusore posteriore.

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