MotoGP la situazione economica di tutto il comparto

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Come vi avevamo anticipato, molto probabilmente senza gare dovranno essere rivisti anche i contratti dei piloti, questo perché la situazione economica delle diverse società che compongono la MotoGP, inizia a vacillare.

Di fatto ora anche Ducati inizia a fare i conti, alla pari degli altri team MotoGP, con la crisi economica post Coronavirus. Ad iniziare da ora, c’è da ridurre drasticamente gli investimenti per il futuro, partendo dagli ingaggi dei piloti. I quali hanno contratti prestabiliti in base alla quantità di gare da correre.

Al momento, non si è ancora discusso con i diretti interessati, questo non è il momento migliore per parlare di contratti, ma è inevitabile che la stagione 2020 rischia di essere annullata. Al momento i sei costruttori si riuniscono periodicamente su Skype per scambiarsi idee ed opinioni.

Come vi avevamo anticipato, proprio durante questi incontri “live” si è deciso di congelare motore e aerodinamica per il 2021.

La domanda che il comparto si pone è:

“Se la Formula 1 riuscirà ad organizzare il primo GP in estate potrà farlo anche la MotoGP?”

Paolo Ciabatti a Sky Sport ha sottolineato:

“L’obiettivo di Dorna è capire quanto prima i Paesi che potranno ospitare delle gare“

Poco importa se il numero delle gare sarà almeno di 10. In una situazione emergenziale come quella drammatica che stiamo vivendo i vecchi schemi saltano via. Certo è possibile l’ipotesi di disputare due gare, ma non in un unico fine settimana, bensì “in due weekend successivi“.

Quel che è certo è che l’entrata in un Paese e nel paddock prevederà il rispetto di un rigido protocollo, che prevede l’uso di “mascherine, guanti, tamponi e test sierologici. Speriamo da agosto a settembre di dare il via a un campionato in forma ridotta che avrebbe comunque la sua validità“.

Nei giorni scorsi tutti i costruttori MotoGP, ad eccezione di Aprilia, hanno bocciato la proposta Ducati di allestire una sola moto per pilota. Ma il team di Borgo Panigale non vuole mollare la presa, anche se servirà la maggioranza e ha quindi dichiarato:

“Continuiamo a pensare che nei prossimi anni le risorse saranno minori, quindi bisognerà fare questo tipo di ragionamenti. È vero che con una moto sola non si può fare il flag to flag, ma non è un problema insormontabile. Così come il timore di non correre, non avendo il tempo di riparare la moto in caso di incidente. Non mi sembra sia mai successo considerando che Moto3, Moto2 e la Superbike hanno una sola moto nel box. Detto questo, non c’è maggioranza, ma ne torneremo a parlare“.

La fabbrica della Ducati è chiusa da un mese, chiusi i concessionari, i dipendenti a casa. La situazione finanziaria è drammatica e spinge a ritirare gli investimenti nelle corse. Inoltre ha spiegato nello specifico che bisognerà rivedere ogni singolo dettaglio:

“A cominciare dal salario dei piloti. Non credo che le cifre a cui ci siamo abituati quando tutto andava bene siano proponibili in futuro, perché ci sarà una crisi economica a livello globale, e tutti ci dovremo adeguare“.

Al momento quindi, non si può far altro che continuare a sperare…

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