Oscar 2021 – il Cinema si adegua alla Pandemia

Condividi

Per la prima volta nel mondo del Cinema accadrà qualcosa di nuovo, di fatto il presidente dell’Academy of Motion Pictures Arts and Sciences, mette le mani avanti sull’eccezionalità della decisione ha messo le mani avanti, precisando:

“Solo per quest’anno”.

In poche parole, i film che hanno debuttato in streaming senza uscire in sala saranno ammessi agli Oscar che in questa edizione saranno alla 93a tappa che si terrà a Los Angeles il 28 febbraio 2021. Il presidente dell’Accademia David Rubin e il CEO Dawn Hudson ha dichiarato tutta via che lo spirito resta invariato, in quanto:

“L’Accademia crede fermamente che non vi sia modo migliore per vivere la magia dei film che vederli in una sala cinematografica. Il nostro impegno in tal senso è invariato e costante. Tuttavia, la pandemia da Covid-19 richiede questa temporanea eccezione alle nostre regole di ammissibilità dei premi”.

Che, ricordiamo di norma, prevedono almeno una settimana di uscita nelle sale l’anno precedente il premio. Il coronavirus quindi cambia anche le regole degli Oscar. Il nuovo criterio di eleggibilità ha anche un altro importante particolare, non sarà sufficiente l’uscita in streaming per partecipare, ma il film dovrà aver già previsto un’uscita cinematografica ed essere disponibile sul servizio interno di streaming dell’Academy entro 60 giorni dall’uscita on demand o in streaming.

Certo è ovvio però che la decisione era necessaria, altrimenti l’Academy si sarebbe trovata quasi senza film da premiare.

Molti titoli da Oscar escono, per esempio, dal Festival di Cannes, quest’anno uno dei più attesi era “The French Dispatch”, una lettera d’amore nei confronti dei giornalisti, firmata da Wes Anderson con Bill Murray e Timothy Chalamet, che poi dovrebbe uscire nelle sale a luglio. Cosa quest’ultima che come sappiamo non si svolgerà se non in edizione ridottissima on line.

Come dal Festival di Venezia, che anche lui, benché confermato, sarà in edizione ridotta. Di conseguenza a settembre le star americane non saranno sul tappeto rosso della Mostra del Cinema.

Cosa significa in concreto per i premi? Che ci saranno improvvisamente molti più titoli in concorso? In concreto cosa comporterà tutto ciò? Un consulente degli Academy Awards ha provato a tranquillizzare le acque per il momento, affermando molto semplicemente:

«Nessuno di noi ha la palla di cristallo. Sarà quel che sarà».

Certo sa essere molto rincuorante.

Per cui si può prevedere che l’attesissimo “Hillbilly Elegy” di Ron Howard, un memoir sulla crisi della working class bianca nel Midwest americano; o “Mank” di David Fincher, sul dietro le quinte di “Citizen Kane” di Orson Welles, questi saranno tra i nominati di Netflix.

Esattamente come nell’edizione passata lo sono stati “Marriage Story” di Noah Baumbach o “The Irishman” di Scorsese.

In fondo bastava una settimana di uscita in sala. Ma certo non lo saranno altri titoli Netflix come, per dire, “Tyler Rake” con Chris Hemsworth. Un onesto e avvincente action movie dove però la recitazione non è la cosa più importante. In ogni caso, Rubin sottolinea che la situazione è ancora in evoluzione, sottolineando:

«Dobbiamo rimanere fluidi. Non è il tempo dei proclami ma quello della responsabilità».

Condividi