Clint Eastwood compie 90 anni

Condividi

Nell’anno della Pandemia da Coronavirus, il mondo del Cinema festeggia un colosso della storia cinematografica. È il 31 maggio 1930 a San Francisco Clinton Eastwood senior, operaio nell’acciaio e lavorante a cottimo in mezzo West dopo la grande depressione, mette al mondo Clint Eastwood, oggi un monumento coi suoi 90 anni.

Il ragazzo cresce vagabondo, cambierà 10 scuole in 10 anni e resta in California quando i suoi vanno a vivere in Texas. Lui stesso in seguito ha raccontato:

“Parlavo poco vivevo in un mondo tutto mio e l’unica cosa che mi appassionava era la musica”.

In verità anche i serpenti da ragazzo ne aveva 13 in casa e la recitazione con cui conquistava le ragazze. Con la voglia di emergere, lo sguardo magnetico e l’andatura dinoccolata copiata dal suo idolo un’altra pietra miliare della storia del cinema, Gary Cooper, riuscì a strappare piccole parti nei B-Movies degli anni ’50.

Poi divenne protagonista del serial “Gli uomini della prateria” che decollava sulla CBS nel 1959.

Dal 31 maggio infatti, il piccolo schermo, l’unico al momento ad esserci rimasto in buona parte del mondo, festeggia l’attore e regista, mandando in onda tutti i suoi capolavori più importanti.

In realtà, gli omaggi a lui nel cinema, quasi non si contano, fra i più recenti il personaggio di Leo Di Caprio in “C’era una volta a Hollywood” di Tarantino è un omaggio intinto nel veleno a quel periodo della sua carriera, giacché fu allora che il suo agente gli propose il copione di “Per un pugno di dollari”, era il 1964.

Ma come non ricordare Michael J. Fox nei panni di Marty McFly in Ritorno al futuro – Parte III che non potendo rivelare il suo vero nome ai suoi antenati, decide di utilizzare proprio il nome di “Eastwood, Clint Eastwood”.

Il suo legame con l’Italia lo conosciamo anche grazie ai suoi racconti, quando ammise che a incuriosirlo era l’aver riconosciuto nella trama i film di Kurosawa che Hollywood aveva ripreso con “I magnifici sette“.

Accettò anche per far contenta la prima moglie, Maggie Johnson, ma si scontrò con la CBS che non lo voleva lasciare libero per il tempo delle riprese in Italia. Dal canto suo Sergio Leone si affidò a lui dopo il rifiuto di molti altri attori e un serrato negoziato al ribasso sul compenso.

Una curiosità interessante fu che per caratterizzare il personaggio dell’Uomo senza Nome gli impose un cappello e un sigaro toscano. La seconda era una bella sofferenza per uno che detestava il fumo. Ma così nacque un cliché inedito nella storia del western.

Eastwood tornò in patria senza sapere degli alti incassi della pellicola, il film aveva anche cambiato titolo. Fu sorpreso quando Leone lo richiamò l’anno dopo sul set di “Per qualche dollaro in più” quello che stava nascendo era un vero e proprio rapporto da figlio adottivo.

Il buono il brutto il cattivo” del ’66 fu un successo internazionale, ma i tre film approdarono a Hollywood solo dopo il 1967 e Eastwood doppiò sé stesso sostituendosi a Enrico Maria Salerno che in italiano gli aveva dato una gamma di sfumature inedita.

Quello che ha potuto lasciare alla storia del cinema è eterno e ora che compie 90 anni per tutti noi rimane sempre Clint, il silenzioso, il tormentato, l’ironico Uomo senza Nome.

Condividi