Quando la Formula 1 si riconverte

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Nelle ultime due settimane l’autodromo di Monza ha smesso di lavorare per il GP F1 2020 e si è riconvertito per far fronte alla guerra contro il Covid-19, diventando un check-point per ambulanze e triage.

Per affrontare la seconda ondata di Covid-19 e cercare di alleggerire la pressione sugli ospedali brianzoli, l’autodromo di Monza da tempio dell’alta velocità si è trasformato in un check point clinico avanzato. Il nuovo Cpa è stato allestito tra la pit lane, corsia utilizzata dalle monoposto per andare ai box, e il centro medico dell’autodromo, come riporta Prima Monza.

Una scelta, arrivata in seguito alla decisione da parte del direttore dell’Asst di Monza Mario Alparone di ‘chiudere’ i pronto soccorso del San Gerardo e dell’ospedale Desio ai casi meno gravi. Come ha dichiarato Alparone:

“In questo momento Codogno siamo noi e abbiamo bisogno della stessa attenzione che abbiamo dato noi in fase uno agli altri”

I pazienti meno gravi di Monza Brianza sono stati quindi dirottati nel nuovo check-point all’autodromo, dove hanno potuto fare il tampone. In caso di ricovero, per qualsiasi genere di diagnosi, sono stati poi trasferiti negli ospedali lombardi con posti a disposizione. Al contrario, venivano poi riportati al proprio domicilio.

Solo nella giornata di lunedì 9 novembre, primo giorno di attività del check point monzese, sono state una 20ina le ambulanze arrivate in autodromo. Come riporta il bollettino dell’Asst di Monza, il 10 novembre sono 440 le persone ricoverate per Coronavirus nelle strutture ospedaliere di Monza e Desio, di cui 43 in terapia intensiva.

Ma il weekend scorso fortunatamente il suo utilizzo è stato concluso. Da ieri infatti, i mezzi di soccorso in codice verde verranno gestiti al centro operativo della Croce Rossa Italiana a Bresso.

Il check point clinico avanzato dell’Azienda regionale di emergenza urgenza allestito nel centro medico dell’autodromo di Monza ha così chiuso i battenti, dopo due settimane di attività. Lo stesso servizio verrà contestualmente attivato al centro formativo nazionale della Croce rossa italiana a Bresso dove Areu ha predisposto un’apposita struttura che riceverà le ambulanze con pazienti in codice verde e sospetti di infezione da Coronavirus.

Due settimane che hanno permesso alle autorità sanitarie di avere il tempo per progettare e allestire un check point clinico avanzato nel centro operativo di Cri a Bresso, equidistante tra il capoluogo lombardo e Monza, dove da ieri, lunedì 23 novembre, vengono indirizzati i mezzi di soccorso. Il centro ha accolto, durante il suo periodo di attività, una media di trenta ambulanze al giorno.

Alessandra Zinno, Direttore Generale di Autodromo Nazionale Monza ha dichiarato in merito:

“In un momento difficile, abbiamo sperimentato con successo un modello di collaborazione tra realtà eterogenee che ha portato in brevissimo tempo ad un obiettivo comune di cui ha beneficiato tutta la collettività. Il nostro protocollo d’intesa con AREU, che si spera possa essere preso a modello anche da altre strutture, resta in vigore così da garantire anche in futuro una collaborazione tempestiva, qualora ce ne fosse nuovamente bisogno. Ringrazio AREU per la celere collaborazione che ci ha permesso di offrire loro aiuto”.

Alberto Zoli, Direttore di AREU, ha espresso così i suoi ringraziamenti:

“Ringraziamo ancora una volta l’Autodromo Nazionale Monza perché ci ha concesso ospitalità per quindici giorni e ha contribuito significativamente ad una iniziativa che, di fatto, ha sgravato i pronto soccorso di buona parte dei codici verdi e permesso così una appropriatezza della cure mediche in un periodo di forte pressione”.

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