Vaccino Covid-19, quello che tutti dovremmo sapere

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Tanti i nomi delle case farmaceutiche che a poco alla volta hanno ottenuto il consenso alla distribuzione e quindi alla produzione del vaccino. Talmente tanti che stiamo perdendo il conto, visto che si trovano tutte in momenti diversi della produzione.

Nelle ultime settimane sono aumentate le novità riguardo alle armi che avremo a disposizione per combattere il Sars-CoV-2.

Mentre la pandemia da SARS-CoV-2 anche detto Covid-19, come meglio lo conoscono i non addetti ai lavori, continua a causare enormi problemi in tutto il mondo, rallentando o accelerando a seconda delle misure messe in atto, nelle ultime settimane ci sono state diverse novità riguardo i vaccini che avremo a disposizione per combattere questo virus.

Facciamo quindi un po’ di chiarezza, cercando di analizzare le caratteristiche dei vari prodotti offerti dalle varie case farmaceutiche di cui avete sentito parlare in questo epriodo.

Pfizer e Moderna: questi sono stati i primi vaccini a ricevere l’approvazione di Fda e Ema, le agenzie regolatorie degli Usa e dell’Europa, rispettivamente e di conseguenza i primi ad essere distribuiti negli ospedali e non solo. Sono basati sulla tecnologia dell’mRNA: nessun virus, ma solo delle particelle di grassi che trasportano l’informazione che serve alle nostre cellule a produrre la proteina Spike. Sono vaccini estremamente efficaci, intorno al 95%, il che significa che quasi tutte le persone vaccinate saranno protette e non si ammaleranno se incontreranno il virus. Questa efficacia si raggiunge con due dosi, distanziate tra loro 21 giorni per Pfizer o 28 Moderna.

Il vaccino impedisce la trasmissione del virus?

Non abbiamo dati certi in merito ma i dati preliminari ci fanno sperare che sia così. Se così fosse, usando solo questi vaccini, potremmo raggiungere ad esempio, l’immunità di comunità vaccinando il 70% delle persone che vivono in Italia.

Ci sono effetti collaterali?

I vaccini sono ovviamente sicuri, ma questi stimolano una forte risposta immunitaria, specialmente nelle persone più giovani e quindi possono causare febbre e malessere. Inoltre, in alcuni soggetti predisposti, possono causare reazioni allergiche in misura superiore ai classici vaccini. Tutto questo va messo sul piatto della bilancia, dal lato opposto dovrete semplicemente pensare a cosa accadrebbe ai vostri polmoni e non solo se il Covid vi attaccasse in maniera aggressiva.

AstraZeneca: questo vaccino, come altri, è basato sull’uso di adenovirus modificati in modo da non replicarsi ma di trasportare nelle nostre cellule il Dna che serve a codificare la proteina Spike. L’Ema ha recentemente approvato l’uso di questo vaccino dichiarandone un’efficacia intorno al 60%, L’efficacia del 60% si raggiunge con due somministrazioni a distanza di 28 giorni. L’azienda sta lavorando per migliorare l’efficacia del vaccino, modificando dosaggi e tempi, ma, per il momento, i dati non sono solidi. Così come approvato, dai dati pubblicati è chiaro che il vaccino non blocca l’infezione, ma solo la malattia.

Johnson&Johnson: il meno noto vaccino che sarà approvato rapidamente in Usa e poi, forse, anche in Europa. Anch’esso basato su adenovirus e con efficacia intorno al 66% a livello mondiale (72% in Usa e 54% in Sudafrica, ma verso la nuova variante) ma con il grandissimo vantaggio di raggiungere questa efficacia con una singola dose, in questo modo si potrebbe davvero accelerare la campagna vaccinale.

Sputnik: i ricercatori russi hanno finalmente pubblicato lo studio di fase 3 relativo a questo vaccino. I risultati, sebbene in qualche punto ancora non del tutto chiari, sono molto incoraggianti e mostrano un’efficacia del vaccino intorno addirittura al 92%. Anche in questo caso si tratta di adenovirus modificati e di due dosi somministrate a distanza di 21 giorni. Se i risultati fossero verificati da Ema, questo sarebbe, insieme a Pfizer e Moderna, il vaccino più efficace che avremmo a disposizione.

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