Come procede il Green Pass in Europa

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In Italia chi è contro il Green Pass come restrizione per arginare il contagio da Covid-19 sta continuando ad avere brutte sorprese. Nelle scorse settimane abbiamo già parlato di quelle che sono state le restrizioni in altri paesi della comunità europea, ecco quindi gli aggiornamenti allo stato attuale delle cose.

È sempre bene specificare che il vaccino da solo non basta, l’uso delle mascherine, il distanziamento fisico, il lavaggio delle mani e altre misure non farmaceutiche fanno diminuire la possibilità di contagio del 53 per cento quando unite ai vaccini, afferma una meta-analisi delle ricerche svolte finora e pubblicata dal British Medical Journal.

Sarà incentrato sul Covid-19 il vertice dei capi di Stato e di governo in programma il prossimo giovedì 16 dicembre a Bruxelles. E tra i temi al centro delle discussioni, come preannunciato dalla Commissione europea, dovrebbe esserci anche la vaccinazione obbligatoria.

Ai giornalisti che vorranno seguire in presenza i lavori del summit non basterà essere vaccinati contro il coronavirus per entrare all’Europa building e al Justus Lipsius, i due edifici del Consiglio Ue dove si svolgeranno le riunioni e le conferenze stampa dei leader. Una decisione che ha provocato non poche proteste da parte dei corrispondenti che vivono nella capitale europea.

Come spiegato in una comunicazione alla stampa, il Consiglio Ue prevede misure sanitarie stringenti per l’accesso:

“Tutti i rappresentanti dei media accreditati – ossia giornalisti e troupe televisive, – devono soddisfare una delle seguenti condizioni: un test PCR negativo, effettuato il più vicino possibile alle date degli incontri e non più di 48 ore prima dell’inizio – del summit, o, in alternativa – aver ottenuto un certificato da un medico che attesti che la persona è guarita da Covid-19 entro un lasso di tempo massimo di sei mesi”.

In sostanza, non verranno presi in considerazioni i certificati digitali Covid, come il green pass italiano. E anche chi è vaccinato dovrà sottoporsi a un test per accedere al Consiglio.

La misura non è andata giù a diversi corrispondenti, anche perché il test è a pagamento e i centri per i tamponi di Bruxelles sono stati presi d’assalto negli ultimi giorni in seguito all’aumento dei casi di Covid, soprattutto nelle scuole.

Alcuni lamentano la disparità di trattamento tra le stesse istituzioni Ue; nella sede di Bruxelles del Parlamento europeo, per esempio, è obbligatorio per tutti, giornalisti compresi, presentare il green pass per accedere all’edificio. Il Consiglio Ue, che si trova a poche centinaia di metri di distanza, si è giustificato spiegando che al summit arriveranno anche cronisti da Paesi extra-Ue, dove il certificato Covid non esiste. Ma il chiarimento non sembra aver convinto i corrispondenti della bolla.

Nel frattempo, in Italia i no green pass di Milano tornano alla carica e scendono nuovamente in piazza. L’appuntamento – preavvisato in Questura da una donna e un uomo che già avevano “annunciato” l’appuntamento di due settimane fa – è sotto l’Arco della Pace per le ore 15:00. La firma è dell’associazione La Genesi, che si auto definisce come:

“una delle forze trainanti del dissenso – e che parla di – un evento internazionale che vedrà la partecipazione di illustri rappresentanti di vari Paesi non solo europei: medici, avvocati, giornalisti, politici e attivisti impegnati in una comune lotta contro le politiche liberticide e la tirannia che i nostri governi, ormai ridotti a regimi, infliggono ai popoli dell’intero pianeta”.

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