Matrix Resurrections è caccia alle streghe per il flop

Condividi

 

La vicenda che sta smuovendo il mondo del grande schermo vede il co-produttore di The Matrix Resurrection fare causa a Warner Bros per aver lanciato il film simultaneamente su HBO Max e nei Cinema.

Una scelta che a suo avviso è in violazione del contratto e in grado di danneggiare la performance del film al box-office. A riportare il caso sono i media americani, citando documenti depositati da Village Roadshow Films in un tribunale di Los Angeles.

L’azione legale è l’ultima battaglia nella guerra dello streaming che vede scontrarsi le grandi società dei media con gli attori, i produttori e i partner finanziari delle produzioni, convinti che la preferenza accordata alle piattaforme in streaming vada a loro svantaggio.

Già lo scorso luglio l’attrice Scarlett Johansson ha fatto causa a Walt Disney per aver violato il contratto con il lancio simultaneo di Black Widow sui Disney+ e nei cinema. L’attrice ha chiesto 80 milioni di dollari di danni.

Village Roadshow ha affermato:

“L’unico obiettivo di Warner Bros nel posticipare la data del lancio di ‘The Matrix Resurrections’ era quello di creare un’ondata di abbonati da quello che sapevano sarebbe stato un film blockbuster, nonostante Warner Bros fosse consapevole che questo avrebbe decimato le entrate al box office”

Secondo l’accusa, Warner Bros ha anche deciso di posticipare il lancio di The Matrix Resurrections dal 2021 al 2022 nel tentativo di aiutare HBO Max ad attirare un maggior numero di abbonati.

Nella causa, infatti, c’è un altro punto importante: la decisione di cambiare all’ultimo la data di lancio del film, di anticiparlo, per la precisione, contrariamente a quanto succede di solito (e con particolare frequenza dallo scoppio della pandemia). Il quarto film della saga di Neo & Trinity avrebbe infatti dovuto uscire quest’anno e invece è nelle sale (almeno in USA) dal 22 dicembre 2022.

Per entrambi i punti sollevati, la causa ipotizza una violazione del contratto e cerca un risarcimento economico. L’accusa sostiene inoltre che Warner stia cercando di tagliare fuori Village Roadshow da futuri progetti televisivi e cinematografici su franchise e proprietà intellettuali possedute congiuntamente come per lo stesso universo Matrix.

Dal canto suo, Warner risponde dicendo che si tratta di un:

“ridicolo tentativo da parte di Village Roadshow di evitare di partecipare in una procedura di arbitrato che abbiamo iniziato nei loro confronti e che sono per contratto obbligati a rispettare”.

Per tutto il 2021 Warner ha effettivamente adottato una politica di rilascio contemporaneo cinema/streaming di tutti i suoi blockbuster principali, per 17 film in totale, che includono Dune, Godzilla vs. Kong, King Arthur e appunto Matrix 4.

Solo due di questi hanno totalizzato oltre 100 milioni di dollari al botteghino, almeno se si guarda il solo mercato statunitense. Secondo Box Office Mojo, Matrix 4 ha totalizzato appena 37,4 milioni negli USA, a cui si aggiungono 118,1 milioni nel resto del mondo, per un totale di 155,5 milioni.

Secondo le indiscrezioni, il film è costato 190 milioni di dollari, al netto delle spese di marketing. A grandi linee, si dice di solito che per andare in positivo un film deve incassare circa il doppio di quanto è costato.

Film, di altri distributori, usciti in esclusiva al cinema sono riusciti a fare molto meglio come per esempio, Spider-Man: No Way Home che ha addirittura sfondato il muro del miliardo di dollari (748 milioni se si guardano solo gli USA). No Time To Die l’ultimo James Bond di Daniel Craig, non è stato così clamoroso, ma 160 milioni di dollari a casa li ha portati comunque.

Condividi