Perché Novavax avrebbe dovuto convincere i No Vax

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Novavax è il vaccino a base proteica contro il Covid-19 prodotto dalla casa farmaceutica statunitense Novavax e approvato per l’uso d’emergenza dall’Oms, dall’Agenzia europea del farmaco e dall’Italia nel dicembre 2021.

Su questo farmaco abbiamo deciso di focalizzarci oggi, per chi non avesse ancora le idee chiare.

Nuvaxovid è ora disponibile anche in Australia, dove chi non è ancora vaccinato potrà riceverlo per la prima e la seconda dose, ad almeno 3 settimane di distanza l’una dall’altra, presso farmacie, ambulatori dei medici di famiglia e centri vaccinali.

Partiamo dal nome. Novavax o Nuvaxovid?

La Novavax produce il Nuvaxovid, un vaccino a base proteica, che contiene cioè un frammento proteico della proteina spike del covid-19. Questi frammenti sono presi da cellule immunitarie specializzate che dirigono una risposta immunitaria contro il virus sars-cov-2 che provoca il covid-19.

La differenza sta nel fatto che anche se queste proteine provengono dal virus sars-cov-2, non c’è nessun virus vivo nel vaccino, che quindi non può provocare il covid-19.

L’azienda non usa il virus sars-cov-2 nemmeno per raccogliere la proteina, ma usa cellule di falena che sono state programmate per la produzione.

Ciascuna delle due dosi da 0,5 millilitri contiene cinque microgrammi della proteina spike e cinquanta microgrammi di un adiuvante chiamato Matrix-M. Un adiuvante è un composto che stimola il sistema immunitario. Assicura che il sistema immunitario recepisca i frammenti di proteina.

Matrix-M è un composto derivato dalla pianta della corteccia di sapone (quillaja saponaria). Fa parte della difesa della pianta contro gli insetti ed è usato per migliorare la risposta immunitaria dei vaccini proteici.

Dopo l’iniezione, le cellule immunitarie si muovono rapidamente verso il sito d’iniezione ed eliminano sia l’adiuvante sia le proteine virali.

Ma quanto è efficace?

Il Nuvaxovid si è dimostrato efficace negli studi clinici, in particolare contro le varianti originali, alfa e beta. In questi studi il farmaco ha offerto una protezione del 90-92% contro la malattia sintomatica e una protezione più alta contro i ricoveri ospedalieri.

Tuttavia, non ci sono prove specifiche dell’efficacia del Nuvaxovid contro la variante omicron. L’azienda ha riferito in un comunicato stampa che la sua sperimentazione in corso nella fascia di età dai 12 ai 17 anni ha mostrato “robuste risposte immunitarie”, ma questi rapporti non sono stati verificati dagli scienziati.

È sicuro?

Il Nuvaxovid ha un profilo di sicurezza simile a quello degli altri vaccini, con una serie di comuni effetti collaterali immediati. Questi si sono verificati in circa il 60% di coloro che hanno ricevuto una prima dose e nell’80 per cento dei casi con la seconda dose.

Gli effetti collaterali più comuni sono stati dolore e indolenzimento nel punto d’iniezione, mal di testa, affaticamento e dolore muscolare.

A oggi nessuna rara condizione grave è associata al Novavax, neppure i coaguli di sangue associati al vaccino dell’AstraZeneca. Ci sono stati 3 casi di infiammazione cardiaca nelle somministrazioni di prova, ma 1 era nel gruppo sottoposto a placebo e gli altri 2 sono ancora da collegare chiaramente al vaccino, a causa della rarità dell’evento avverso.

Ulteriori effetti collaterali potrebbero tuttavia emergere a mano a mano che il vaccino si diffonde su una popolazione più ampia, come è stato il caso degli altri vaccini.

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