L’eleganza del riccio di Muriel Barbery
Avevo intenzione di leggere questo libro da tanto, fino a quando un’amica dopo averlo letto, ha deciso di prestarmelo direttamente. Era lì fra i miei libri da qualche mese e l’estate è stata un buon momento per cimentarmi finalmente in questa lettura.
Il romanzo del 2006 scritto da Muriel Barbery è stato una delle sorprese editoriali del 2007 in Francia. Ha di fatto, avuto ben 50 ristampe e ha venduto oltre 2 milioni di copie, occupando il primo posto nella classifica delle vendite per 10 mesi e vincendo numerosi premi letterari, tra i quali il Premio Georges Brassens 2007, il Premio Rotary International e il Prix des Libraires assegnato dalle librerie francesi.
L’edizione italiana, inizialmente diffusasi principalmente grazie al passaparola dei lettori, ha raggiunto nel febbraio 2008 il primo posto nella classifica generale delle vendite editoriali. Proprio con il passaparola continua a girare, venendo citato anche nel circolo letterario di cui faccio parte.
Andiamo alla trama:
Renée Michel sembra essere la comunissima portinaia del numero 7 di rue de Grenelle, un condominio parigino abitato da famiglie facoltose: è apparentemente sciatta, pigra, perennemente presa dalla cura del suo gatto Lev, dalla televisione e dalle sue piccole faccende private. In realtà, Reneé è una persona coltissima, si interessa di arte, di filosofia, di cinema, di musica classica e di cultura giapponese ma preferisce dissimulare la propria erudizione. È vedova, ma non affronta la sua solitudine con rancore o nostalgia, bensì esplorando ogni sfaccettatura della propria anima, ogni sfumatura dei propri sentimenti con grande distacco e grande perizia filosofica. Solo un segreto doloroso, celato sino alla fine, sfugge alle sue analisi.
Poi c’è la dodicenne Paloma Josse, figlia di un Ministro della Repubblica. Paloma, piccola e minuziosa Giudice dell’Umanità, come la definisce l’autrice, è in perenne lotta con tutta la sua famiglia: con la madre, che cerca di non esternare in tutti i modi quello che davvero è, una donna fragile e debolissima, con il padre, che fa dell’aggressività e della cruda spontaneità, soprattutto in politica, il centro della propria vita, con la sorella Colombe che studia filosofia solo a fini speculativi e non per affrontare il mondo in maniera autentica. Paloma, eccezionalmente attenta e profonda nel comprendere questo mondo, di cui crede di capire tutta la bellezza e tutta la crudeltà, non riesce a sopportare la mediocrità della gente con cui vive, per questo ha pianificato di suicidarsi prendendo dei sonniferi, il giorno del suo compleanno e al contempo di dare fuoco al suo appartamento per fare capire alla famiglia ricca e superficiale quali siano i veri problemi della vita, come trovarsi senza casa.
Paloma e Renée si incontrano e si riconoscono come anime simili grazie all’arrivo di un terzo personaggio: Kakuro Ozu, un signore giapponese. Qui mi fermo per non spoilerare troppo e vi lascio solo una curiosità.
Non andate alla ricerca del civico 7 di Rue de Grenelle, in quanto non corrisponde alcun portone poiché si tratta di un palazzo d’angolo sede di un negozio appartenente a una griffe molto nota. Evidentemente l’autrice ha voluto evitare di esporre una portineria realmente esistente e ha scelto un numero che non desse adito a problemi. Comunque, percorrendo la via si notano molti portoni che corrispondono alla descrizione fatta nel romanzo.
L’eleganza del riccio vi inghiottirà, facendovi rispecchiare in qualcuno dei personaggi. È un libro che consiglio a tutti gli amanti della letteratura, in quanto l’autrice, docente di filosofia ha inserito diverse citazioni filosofico-letterarie.
Come i ricci si proteggono dai pericoli con i loro aculei, così entrambe le protagoniste difendono la loro reale interiorità dalla sicura incomprensione del mondo circostante. Sono l’esempio di chi, per paura, tiene nascosto un animo delicato e raffinato che soltanto l’amore può riuscire ad intercettare.
Come sempre vi lascio il link per l’acquisto su Amazon e vi auguro una Buona lettura.