Lungo i sentieri del grano
Il Prof. Carmine Leo nel suo Romanzo Storico, ci racconta un’altra storia.
La storia che siamo abituati a leggere è la storia scritta dai vincitori, quelli che ci mettono la faccia. Ma ci sono anche gli uomini rimasti nell’ombra e lui ci racconta proprio di quegli uomini e quelle donne che che sono rimasti solo nella memoria degli anziani oggi.
Ci racconta in pratica, una storia che sta scomparendo perché presente solo nei ricordi. Una storia che a scuola ormai non viene raccontata e ci si chiede a questo punto se è giusto che vada persa così, destinata al dimenticatoio.
La storia che andiamo a leggere, parte da Napoli e percorre i “Regi Sentieri del Grano”, per una ricostruzione storica dettagliata.
La guerra è finita e i soldati tedeschi dopo aver razziato, battono la ritirata. Tutti festeggiano all’annuncio del Potestà ma ancora molto deve succedere. La zona è piena di mine antiuomo e anticarro.
L’autore parte dalla sua famiglia e fa un salto indietro nel tempo per raccontarci delle altre famiglie, nello stesso identico posto da cui è partito lui, un flaschback che ci riporta indietro nel tempo.
È il 1943, una Nazione già martoriata dalla guerra tira un sospiro di sollievo ma allo stesso tempo è spaesata. Il nemico, ora è amico e l’amico è diventato il nemico. Quell’agosto i Napoletani più di tutti sentono l’esigenza di liberare la propria città.
Racconti di una vita vissuta, emergono qua e là, luoghi di ritrovo, giochi che divertivano i bambini di una volta, con i mezzi più poveri che si riuscivano a reperire. Ci ricorda quanto hanno portato via i tedeschi, in termini di vita e non solo e cosa il popolo era costretto ad escogitare per salvare le provviste.
Spiegando il tutto con termini di un Napoletano che altrettanto ci affrontiamo a perdere.
I Santangiolesi erano, come l’autore li definisce “…i disgraziati di questa guerra e come ogni guerra, c’è chi si arricchisce e c’è chi soffre e patisce la fame!”
Così spinti dalla necessità “Sempre più gruppi di organizzavano per battere i sentieri del grano a combattere la miseria e la mancanza di cibo” in attesa che arrivassero gli alleati.
Viaggi che come l’autore ci ricorda creavano rapporti umani sempre più stretti. Unendo chi dalla miseria era stato colpito.
Ma non manca in queste storie, l’amore la fiamma ardente che tiene viva la speranza e l’animo umano.