Amministratore di Condominio – ecco i requisiti essenziali

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Quando finalmente arriva, l’amministratore di condominio porta innovazione e tranquillità. Certo non risolve tutti i problemi in un batter d’occhio, soprattutto quando ci sono degli insoluti ma almeno ha le carte per poterlo fare, per agire legalmente contro i furbetti che vivono in un condominio da parassiti.

Per questo, questa figura cruciale nella vita quotidiana di tantissimi condomini deve avere dei requisiti, delle qualità, delle carte da poter e saper giocare a momento debito.

Sul web l’avvocato Luca Santarelli, esperto in materia da qualche consiglio su come scegliere la persona giusta e spiega:

“Siamo di fronte alla domanda che più frequentemente un avvocato immobiliarista si sente rivolgere. La risposta è assai difficile da dare perché un bravo amministratore non è solo colui che riveste tutti i requisiti di legge, ma prima ancora una persona perbene. Andiamo per gradi. Dalla riforma del 2012, entrata in vigore nel 2013, chi vuole svolgere questa professione deve avere requisiti formali e sostanziali”.

Nell’articolo 71 bis delle disposizioni di attuazione al codice civile sono stati tutti elencati: vanno dal titolo di studio, all’assenza di certe tipologie di condanne penali, all’avere superato con esito positivo un corso iniziale di formazione e ogni anno, quello di aggiornamento.

Ma cosa sono questi corsi?

“Sono stati introdotti nel 2014. Il primo, di formazione, è un corso di base di 72 ore grazie al quale i frequentanti vengono avviati alla professione mediante l’insegnamento dei principi giuridici, tecnico-contabili e pratici. Ogni anno poi, gli amministratori devono frequentare un corso di almeno 15 ore nel quale vengono analizzate le novità normative e/o giurisprudenziali, nonché le questioni più delicate o difficoltose che si possono presentare”.

Un corso appunto di aggiornamento che, al pari di quello di formazione, sfocia in un esame finale. Chi non lo supera non può cominciare o continuare ad amministrare, salvo che non ne faccia altro con esito positivo. Successivamente:

“Superato l’esame ed entrato a far parte del mondo dei professionisti per l’amministratore non sussiste alcun obbligo di iscriversi a un’associazione. Nel territorio italiano ne operano molte, ma aderirvi è scelta del singolo. Infatti, gli amministratori non hanno un albo o un collegio di riferimento come gli avvocati, medici, ingegneri, architetti o geometri e, in questo senso, per loro esistono meno vincoli”.

È logico che:

“Avere i requisiti per amministrare costituisce le fondamenta per estrapolare la rosa degli amministratori tra i quali optare per scegliere quello del proprio condominio, ma solo quelli non bastano. Ovviamente occorre trovare un soggetto che abbia i requisiti di legge, ma è altrettanto importante che sia una persona corretta, in grado di rendere il clima del condominio più positivo possibile favorendo il dialogo e un clima costruttivo e di reale collaborazione per la soluzione dei piccoli-grandi problemi”.

Detto ciò, se non conoscete nessuno che pratichi questo mestiere dovete partire alla vecchia maniera. Informatevi tramite il passaparola.  I feedback di altri condomini sono facili da raccogliere, le persone scontente tendono a raccontare quello che gli sta accadendo, soprattutto quando hanno pagato per un servizio che poi non ottengono.

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