Moto GP, la Suzuki perde la concessione per il nuovo anno
Ci vuole ancora qualche settimana prima del Moto GP di Thailandia e mentre si stanno ancora assaporando gli ottimi risultati di Aragon, arrivano le notizie per la Suzuki. A partire dalla prossima stagione infatti, Suzuki perderà le concessioni avute nel corso di questo campionato.
La Suzuki a questo punto si troverà ad avere lo stesso regime normativo di Ducati, Honda e Yamaha, grazie al grande campionato svolto che gli ha permesso di vedersi revocate le regole ancora valide per Aprilia e KTM. Lo scorso anno, il team non ha potuto cantare vittoria, troppi i fallimenti, ma il 2018 sembra essere stata finalmente baciata dalla fortuna.
Sicuramente quello che si è notato subito è la felicità per il pilota Alex Rins e per il direttore tecnico Davide Brivio. Si tratta di un cambiamento importante, come ha dichiarato lo stesso tecnico:
“Abbiamo perso le concessioni, ed è un buon segno perché dimostra che siamo diventati molto più competitivi”.
Il risultato è dovuto proprio alla grande gara di Aragón, che ha finito con il mettere la Suzuki sul podio per la quinta volta nel corso di questa stagione. Come detto, la fabbrica aveva già raggiunto Honda, Ducati e Yamaha durante la stagione 2017, grazie a una vittoria e tre altri podi per Maverick Vinales nel 2016.
Non tutti conoscono bene questo meccanismo, ma si basa sostanzialmente su un sistema di meriti. In particolare le concessioni sono concesse e ritirate sulla base dei podi conquistati. 3 punti per il 1° posto, 2 per il 2° e 1 per il 3°. Una volta raggiunti sei punti, le concessioni vengono perse per il dato costruttore a partire dalla stagione successiva. Ma le concessioni possono anche essere ripristinate se un costruttore non riesce a salire sul podio nel corso di un campionato.
Questa è proprio la situazione capitata a Suzuki l’anno scorso, quando i nuovi piloti di fabbrica Andrea Iannone e Alex Rins hanno faticato molto dopo aver commesso un errore nella scelta del motore. Di fatto a Iannone lo scorso anno venivano attribuite numerose distrazioni che venivano in primis dalla sua sfera sentimentale. Molti i cambiamenti che si fecero in casa. Suzuki si è poi unita a KTM e Aprilia per effettuare test privati illimitati, avendo a disposizione 9 invece di 7 cambi al motore per pilota.
Ma il terzo posto di Iannone ad Aragón, con una gara veramente eccezionale che per poco lo ha portato persino in vetta, ha permesso a Suzuki di raggiungere quota 6 punti. Sommando il terzo posto in Argentina con Rins, in Texas con Iannone ed a Jerez, sempre con Iannone, senza dimenticare la seconda posizione ottenuta da Rins ad Assen.
Il motore quindi dovrà essere approvato prima del Gran Premio del Qatar e non potrà più essere sviluppato fino alla fine della stagione. Maggior pressione quindi per Alex Rins, unico pilota rimasto dopo questa annata visto che nel 2019 il suo compagno di squadra sarà Joan Mir.
Ma Rins è sereno:
“A causa del mio infortunio, non ho potuto davvero testare il motore in quel momento. Se avessi preso io la decisione sul motore nel 2017, potrei essere preoccupato per il 2019. Ma non è questo il caso.”