Moto GP, cosa è uscito dai test
Quello che potrebbe essere uno dei primi problemi, uscito dai test di Moto GP in Qatar, è quello che vede la Yamaha, in cui i tempi e il ritmo gara sono buoni ma la differenza in rettilineo con Honda e Ducati risulta essere abissale. Se non ci fosse questa sorta di blocco Rossi e Vinales potrebbero volare.
Nello specifico, domenica scorsa, secondo giorno di test a Losail, in Yamaha è suonato la campanella dall’allarme. In particolare, gli stessi piloti hanno sottolineato che il problema del grip persisteva ancora. In pratica, la gomma posteriore non lavora bene determinando un gap peggiore e di conseguenza una scarsa velocità massima.
“Stiamo facendo piccoli passi, ma molto piccoli. Abbiamo migliorato il set-up, ma non è abbastanza. Perdiamo molto alla massima velocità – ha spiegato Maverick Viñales – Non abbiamo ancora trovato nulla nell’elettronica per migliorare il grip. L’accelerazione è il nostro punto debole. Dobbiamo migliorarlo in vista della gara, perché sarà importante, altrimenti come possiamo fare sorpassi?”.
In questo periodo si sente riecheggiare anche l’ultima affermazione di Jorge Lorenzo che ha fatto anche lui come tutti, il punto sulla situazione:
“La potenza del motore Honda è buona. Sto abbastanza bene, considerando l’infortunio che ho avuto. Non sono il favorito per il Mondiale, ma tutti sanno che sono molto testardo. Spero che Marquez non sia un compagno più complicato di Rossi”
Il suo verdetto è arrivato durante una partecipazione ad un evento organizzato da Europa Press all’hotel Hesperia di Madrid. È stata l’occasione per fare un vero e proprio bilancio delle proprie sensazioni dopo i tre giorni di test a Losail e per analizzare il momento del suo lavoro, in vista dell’inizio della stagione il prossimo 10 marzo proprio in Qatar. In merito all’infortunio alla mano sinistra ha invece dichiarato:
“Sto abbastanza bene, considerando l’infortunio che ho avuto. Ero preoccupato per il problema allo scafoide della mano sinistra, per questo abbiamo deciso di procedere con l’operazione. Per fortuna gli allenamenti sono andati bene, anche se ero molto teso. Ho vissuto un piccolo calvario con tutti questi infortuni, a partire dalla caduta ad Aragon. Ho passato quattro-cinque mesi senza potermi allenare al 100%, mi manca ancora il giusto ritmo”.
Sulla questione chi sia il favorito per il Mondiale 2019 ha rilasciato un suo parere abbastanza diplomatico:
“Siamo arrivati a un livello tale di competitività ed equilibrio che adesso è diventato molto difficile nominare un favorito. Non si può avere continuità per tutto l’anno. Vinci una gara, ma se poi ti distrai in quella successiva arrivi 10°. Io non sono il favorito, ma tutti sanno che sono molto testardo. Non sono l’unico pilota in grande di competere con Marquez per il titolo. Nessuno resta a guardare in MotoGP, quest’anno secondo me ci sono sei o sette piloti che possono vincere il Mondiale”.
In merito al rapporto con Marquez ha dichiarato in seguito:
“La maggior parte dei piloti ha due personalità. Una nel circuito e l’altra fuori dal circuito, con gli amici e la famiglia. È un mondo pieno di conflitti. Le persone che non prendono parte alle competizioni, da fuori, non possono capire. Spero che Marquez non sia un compagno più complicato di Rossi. Sfiderò un Marquez molto competitivo, ma in MotoGP tutto è possibile. Se non confermeremo i risultati positivi della Honda degli ultimi anni, nessuno continuerà a chiamare me e Marquez il ‘dream team'”.