Turismo italiano ai tempi del Covid-19
I dati parlano chiaro, se c’è un comparto che pagherà caro i danni dell’emergenza Coronavirus, sarà il turismo sarà un anno nero: 143 milioni di presenze in meno, bruciati 18 miliardi.
Si calcola che il 70% della sforbiciata, infatti, circa 12,6 miliardi di euro, sarebbe concentrata in sei sistemi regionali: Veneto, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige.
La contrazione del consumo totale di beni e servizi sarebbe diretta conseguenza della riduzione di 29 milioni di arrivi che genererebbe, a sua volta, ben 143 milioni di presenze in meno con una flessione rispettivamente pari al 22,1% e al 34,2% rispetto al 2019.
queste che vi citiamo qui, sono alcune delle anticipazioni di uno studio di Demoskopika contenute nel saggio “Turismo in quarantena“, edito da Tangram Edizioni Scientifiche, scritto dal presidente dell’Istituto di ricerca, Raffaele Rio.
L’istituto stesso, precisa in una nota:
“Una stima, assolutamente per difetto se si considera che, a differenza dell’incoming, il calcolo del calo della spesa e dei flussi turistici, relativo alla sola componente italiana, è circoscritto esclusivamente al periodo pasquale e ai mesi più tradizionali del periodo estivo: luglio e agosto, ipotizzando uno scenario di graduale ripresa a partire dal prossimo mese di giugno.”
Per almeno 1 italiano su 3 questa vacanza “non s’ha da fare”, di fatto pare che almeno un italiano su tre avrebbe deciso di rinunciare a trascorrere fuori casa le prossime vacanze estive.
Sempre seguendo gli studi dell’Istituto Demoskopika lo scorso 11 marzo, su un campione rappresentativo di oltre mille italiani, il peso della diffusione del Coronavirus si fa sentire e anche pesantemente, sarebbero almeno 14 milioni i cittadini che avrebbero già deciso di non trascorrere più le vacanze “sotto l’ombrellone” nei due mesi dell’estate tradizionalmente più frequentanti dai turisti del Bel Paese, nello specifico, nei mesi di luglio e agosto.
In questi mesi sarebbero sette, le destinazioni regionali a registrare un livello di rinuncia maggiore per il periodo estivo, nelle zone che potremmo definire rosse: Lombardia, Veneto, Toscana, Sicilia, Emilia-Romagna, Lazio e Campania. In una ‘zona arancione’ troverebbero collocazione Trentino-Alto Adige, Marche, Puglia, Calabria e Sardegna. A collocarsi nella ‘zona gialla’, infine, le rimanenti realtà territoriali: Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Abruzzo, Molise e Basilicata.
A quanto pare è il Veneto a subire i maggiori contraccolpi causati dal Covid-19. In particolare, per il suo sistema turistico, la stima delle possibili ripercussioni potrebbe generare un rilevante calo di 4,6 milioni di arrivi, di oltre 21,9 milioni di presenze e, infine, con una contrazione della spesa turistica pari a quasi 2,9 miliardi di euro rispetto all’anno di riferimento individuato.
Insomma la situazione è grave per tutta la filiera turistica, dalla ricettività alla ristorazione, dai tour operator e agenzie di viaggio ai servizi di spiaggia, è ferma e le previsioni fino a maggio indicano perdite di quasi 90 milioni di presenze di turisti tra Italiani e stranieri. Se solo vogliamo pensare ai vari stop che questo settore ha avuto prima ancora dell’inizio della quarantena. Il primo blocco è di fatto avvenuto con lo stop degli aerei dalla Cina, il secondo con lo stop delle gite scolastiche e in fine, c’è stata la chiusura completa.
Cerchiamo spesso di lasciarvi consigli utili, nelle nostre Guide Viaggio ma al momento, la sola cosa che ci sentiamo di dirvi e che quando tutti sarà finito, ricordatevi di scegliere l’Italia per le vostre vacanze. Ricordate che se il turismo è a terra a pagarne le spese siamo tutti noi!