I dati dell’emergenza Covid-19 nel mondo

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La morsa del Covid-19 non allenta la sua presa, nel mondo ma neanche in Europa, dove la situazione preoccupa anche l’Italia perché ormai si è nel pieno della stagione turistica.

In Italia a preoccupare è la scarsa presa di coscienza della popolazione, in particolare, nelle regioni che sono state graziate negli scorsi mesi e non hanno subito le ingenti perdite che purtroppo hanno visto altre. Complice l’allentamento delle norme che regolano l’utilizzo della mascherina, ciò ha permesso a molti incoscienti, di credere che ormai il virus stia sparendo. Ma in realtà non abbiamo tale certezza. Guai a darlo per morto. Nello stivale si assiste ormai quasi quotidianamente a surreali dibattiti sulla possibilità che oggi il Covid sia via via, divenuto meno aggressivo e pericoloso. Ma basta guardare altrove per comprendere che non è affatto cambiato. In particolare, alle Nazioni che ci sono passate prima o a quelle che stanno ancora lottando duramente.

Negli USA, si sa, la situazione è fuori controllo da aprile, ancora oggi dal mese di aprile le terapie intensive sono a pezzi e dalle informazioni che arrivano oggi, i posti sembrano addirittura finiti.

L’Austria previene e fa tornare l’obbligo delle mascherine. La nazione pensava di avere archiviato l’allarme sanitario e aveva inizialmente già ritirato l’imposizione della mascherina. Imposizione che tornerà però presto in vigore. Nelle ultime 24 ore si sono aggiunti 92 nuovi contagi, smentendo la flessione di ieri (7 luglio a +56). Da oggi quindi la mascherina torna obbligatoria anche in Carinzia nei centri turistici dalle 21 alle 2 di notte. Secondo l’assessore Sebastian Schuschnig gli appelli al senso civico non sono stati accolti. “Velden non deve diventare un Ischgl estivo”, ha detto in riferimento al focolaio nel centro sciistico tirolese.

Nuova stretta anche per la Catalogna. Pure in Spagna le autorità catalane a partire da oggi hanno decretato nuovamente l’obbligo di indossare le mascherine anti-contagio indipendentemente dalla capacità delle persone di mantenere una distanza di sicurezza, diventando la prima regione della Spagna a farlo, ha dichiarato il leader regionale catalano Quim Torra. Il quale ha dichiarato che la misura entrerà in vigore da domani, giovedì 9 luglio. Quindi indossare maschere all’interno e all’esterno è obbligatorio in Spagna se le persone non possono garantire una distanza di 1,5 metri l’una dall’altra fino a quando non verrà trovata una cura o un vaccino per il Coronavirus.

In Israele, si è arrivati a oltre 1.528 contagi in 24 ore e di conseguenza il numero dei casi positivi rilevati dall’inizio della pandemia è salito a 32.714. Lo ha riferito il ministero della Sanità. Il numero dei malati è adesso 14.104: erano 5.460 due settimane fa. I decessi sono saliti a 343, cinque in più rispetto alle 24 ore precedenti. Nel Paese finora sono guarite 18.267 persone. Oggi intanto il ministro della Difesa Benny Gantz ha annunciato di essere entrato volontariamente in quarantena avendo incontrato domenica una persona risultata poi positiva. In un comunicato Gantz ha aggiunto di essere in buone condizioni fisiche ed in attesa dell’esito di un test. Da oggi, nel tentativo di circoscrivere un preoccupante focolaio di contagio, l’insediamento ortodosso di Betar Illit (60 mila abitanti) è stato proclamato ‘zona rossa’. Altri focolai di entità minore sono pure segnalati nella cittadina ortodossa di Bney Braq, nonchè a Gerusalemme, Tel Aviv, Ashdod e Petach Tikwa.

In Russia siamo a oltre 700mila contagiati. Le 173 persone decedute nella notte a causa del virus ha invece portato il bilancio delle vittime ufficiale a 10.667.

Fuori controllo, sembra essere la situazione in Brasile, dove anche il presidente Jair Bolsonaro è risultato positivo. Il Paese Sudamericano ha raggiunto nella giornata di martedì 1.668.589 casi confermati di coronavirus. Lo rendono noto il Consiglio nazionale dei segretari sanitari (Conass) e il ministero della Sanità brasiliano. In base ai nuovi dati, nelle 24 ore ci sono stati ulteriori 45.305 contagi e 1.254 decessi. Il totale delle vittime dall’inizio della pandemia è così salito a 66.741. Il tasso di letalità, ovvero la percentuale di decessi rispetto al numero di malati, è pari al 4% e quello di mortalità di 31,8 persone ogni 100 mila abitanti. La Nazione però, per quanto ci è noto non ha mai chiarito i video che giravano un mese fa sul web, dove si vedrebbero medici e infermieri aggirarsi il nuovi corridoi e stanze, realizzate appositamente per il virus, completamente vuote.

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