Non si direbbe che sei napoletano

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Dopo il thriller psicologico, avevo bisogno di qualcosa di leggero da tenere sul comodino, qualcosa che non fosse impegnativo e che scorresse via leggero. Così dal cassetto dei libri acquistati e che non ho mai avuto il tempo di leggere ho pescato il Pulcinella della mia generazione, Alessandro Siani, con il suo “Non si direbbe che sei napoletano” non proprio di primo pelo, risale al 2015, prima dell’uscita di “Benvenuti al Nord”. Ma ancora perfettamente reperibile su Amazon, anche in formato Kindle.

«Noi napoletani siamo vittime di pregiudizi: i napoletani fanno tardi, sono scansafatiche, non sono affidabili… Prendiamo un ragazzo napoletano che deve andare in ufficio a Milano alle nove e si sveglia alle sei: “Nun se po’ mai sape”…. Scende, trova traffico e arriva tardi. Il capoufficio lo redarguisce: “Ecco qua, il solito meridionale!”.

Dopo aver incassato il primo rimprovero, il ragazzo si mette a lavorare. Per una coincidenza, un collega che sta bevendo un caffè gli dice:

“Mi tieni un attimo la tazzina? Devo correre in bagno”.

Proprio in quel momento chi ripassa? ‘O capufficio.

Che vedendolo con la tazzina in mano gli dice:

“Ragazzo, siamo partiti col piede sbagliato…”. E il ragazzo pensa: “Altro che piede, qua si dovrebbe partire cu ‘na capata!”. La verità sapete qual è? Se uno lavora troppo, i colleghi lo definiscono lecchino. Se lavora poco, è “il solito del Sud che non vuole fare niente”. Ma allora: ch’avimma fa’?!»

Insomma la vita di un meridionale al Nord è un continuo slalom fra luoghi comuni e pregiudizi. Lo sa bene Alessandro Siani, che su questo tema ha interpretato un film di enorme successo come “Benvenuti al Sud“. In questo libro, il comico napoletano racconta le novità che un emigrante incontra quando decide di trasferirsi al Nord, fra continue scoperte e piacevoli sorprese, che Siani affronta con arguzia e straordinaria comicità.

Caratteristiche – e non è un luogo comune – che fanno del Sud Italia la parte più divertente del nostro Paese.

Si inizia con il piede giusto, a dare il LA è un attore e presentatore che nel corso del tempo ormai è diventato quasi un fratello maggiore per Siani.

Mentre leggevo le prime pagine del libro, pensavo che forse sarebbe stato meglio se fosse stato un film. Ma più andavo avanti e più mi rendevo conto che certe circostanze, in un film, molto probabilmente non sarebbero state accettate. Mentre la bellezza del libro è quella di potersi aprire, forse perché un libro non è per tutti, forse perché la carta stampata da questo potere, chi può saperlo.

Personalmente credo che questo libro possa essere anche un buon regalo, per un meridionale che si è trasferito ad esempio, ma anche per chi ama spassionatamente la città di Napoli, perché si ha quella profonda consapevolezza che:

Sulle pareti di Napoli ci sono le rughe di una città antica che è stata oltraggiata e benedetta, studiata e mai capita, perché tutte le opere d’arte hanno bisogno di essere interpretate. […] Quando cammini per la mia città, non riesci a essere obiettivo nel dare un giudizio su quello che i tuoi occhi stupiti stanno guardando. Sono confusi dalle immagini che entrano nel cuore…

Alessandro Siani

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