Pasqua e la disputa dei viaggi
Una disputa questa che pare essere tutta italiana ma che così non è. Lungo lo stivale è più sentito il disappunto, semplicemente perché il popolo italiano è uno di quelli che più di tutti in Europa sta pagando le conseguenze delle scelte del proprio Governo, scelte che non sembrano portare grandi vantaggi, né in termini di alleggerimento sul sistema sanitario né tanto meno in termini economici per le tasche della popolazione.
Qualche giorno fa il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha varato una nuova ordinanza che introdurrà nuovi vincoli al Dpcm per limitare al massimo gli spostamenti per chi intende recarsi all’estero. Tra le nuove limitazioni:
“… per arrivi e rientri da Paesi dell’Unione europea, tampone in partenza, quarantena di 5 giorni e ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni. La quarantena è già prevista per tutti i Paesi extra Eu”.
Detto che la quarantena è già prevista per tutti i Paesi extra Ue, la nuova ordinanza è pensata proprio per limitare al massimo gli spostamenti all’estero, soprattutto dopo le numerose polemiche piovute da più parti negli ultimi giorni. E così, in attesa del passaporto vaccinale Ue, che ormai è certezza, ecco cosa cambierà.
Per turismo si può andare in diversi Paesi:
Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia);
Estonia, Finlandia, Francia, (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo);
Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo);
Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira);
Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano);
Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco ma rispettando le restrizioni locali e al ritorno in Italia nella maggior parte dei casi è obbligatorio sottoporsi al tampone.
La possibilità di viaggi all’estero ha scatenato il panico, con giusta ragione, considerando la chiusura forzata dei ristoratori. In zona rossa, ad esempio, si possono fare le vacanze di Pasqua all’estero, si possono raggiungere le seconde case, ma non ci si può spostare tra piccoli Comuni. Da Torino si può andare a Ibiza, da Milano si può andare a Sestriere, da Roma a Roccaraso.
Il presidente nazionale Uncem, Marco Bussone ha di fatto dichiarato tutto il suo disappunto, affermando:
“Nulla contro i viaggi, tantomeno contro le seconde case, ci mancherebbe, ma in queste soluzioni per prevenire il contagio, non posso non notare un aumento delle diseguaglianze, disparità di trattamento tra chi ha e chi non ha, disuguaglianze che aumentano e che esplodono con forza”
Duro ovviamente, anche il commento di Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, alla notizia delle nuove regole che sanciscono il via libera alle vacanze pasquali all’estero:
”Gli alberghi e tutto il sistema dell’ospitalità italiana sono fermi da mesi, a causa del divieto di spostarsi da una regione all’altra. Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia. […] Se è vero come è vero che le persone vaccinate o con tampone negativo sono a basso rischio di contagio, allora questa logica deve essere applicata anche ai viaggi in Italia, così come alla possibilità di frequentare terme, impianti di risalita, riunioni, congressi e manifestazioni fieristiche”.
Come anticipato ad inizio articolo, anche in Germania gli albergatori tedeschi, ad esempio, hanno protestato definendo assurdo consentire ai loro connazionali di volare alle Baleari per le vacanze di Pasqua, mentre in patria gli alberghi sono chiusi.
Al momento la situazione è questa e in questi giorni faremo le nostre vacanze di Pasqua chiusi a casa propria, molti italiani non potranno riavvicinarsi neanche ai propri cari ma se avranno modo potranno incontrarsi tutti a Madeira magari.
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