I danni del Covid al turismo

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A causa della Pandemia da Covid-19 il settore del turismo è stato il primo ad essere segnato. Se ben ricordate, almeno in Italia i primi viaggi ad essere bloccati furono le gite scolastiche e da lì a poco alla volta tutto si è fermato, ormai poco più di un anno fa.

Il turismo, nel 2020 ha visto diminuire il suo apporto al Pil mondiale del 49,1%, lo stesso settore, tra il 2014 e il 2019, aveva contribuito a creare 1 posto di lavoro su 4.

A causa dell’emergenza Covid, il taglio delle spese turistiche, solo in Italia nel 2020, ammonta a ben 53 miliardi di euro. Un terzo delle perdite ha colpito i consumi in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche l’acquisto di cibo di strada e souvenir delle vacanze.

Questi i dati riportati dalla Coldiretti sulla base dei dati Isnart-Unioncamere, in occasione della divulgazione dei dati della World Tourism Organization a fine gennaio 2021.

Inoltre, l’Europa registra mediamente un calo del 70% degli arrivi e nonostante la leggera ripresa estiva evidenzia un calo di 500 milioni di turisti nel 2020, la maggiore riduzione in senso assoluto tra tutti i continenti.

Per l’Italia, che per fortuna resta comunque tra le 10 destinazioni preferite, si è verificato un calo medio del 63% degli arrivi internazionali nel periodo compreso tra gennaio e ottobre 2020. Durante il primo lockdown nella primavera 2020, l’Istat ha registrato un calo del 91% delle presenze negli esercizi ricettivi, pari a un buco di 7 milioni di pernottamenti nel trimestre marzo-maggio 2020, a fronte degli 81 milioni dello stesso periodo dell’anno prima.

Il settore del turismo internazionale ha perso 1.300 miliardi di dollari. Il dato rappresenta più di 11 volte la perdita registrata durante la crisi economica globale del 2009 e corrisponde a un calo del 74% degli arrivi di turisti nel mondo rispetto al 2019.

Dati molto negativi poi, arrivano ovviamente anche per quanto riguarda il sistema aeroportuale italiano che ha chiuso il 2020 con soli 53 milioni di passeggeri contro i 193 milioni del 2019. Un calo “drammatico” per gli scali nazionali che hanno perso in un anno ben 140 milioni di viaggiatori, ovvero il 72,6% del traffico.

Sono impietosi i dati del World Travel and Tourism Council sul settore turistico globale.

Per questo il G20 del Turismo tenutosi oggi in videoconferenza assume un significato ancora più forte. L’Italia ha assunto la Presidenza del G20 alla fine del 2020, nel pieno della pandemia.

Ora l’agenda G20 continua a concentrare gli sforzi sul risanamento dei danni causati dal Covid-19, provando a definire le politiche necessarie per il ritorno alla normalità e per garantire il rilancio di una crescita sostenibile e inclusiva.

Le principali priorità della Presidenza italiana G20, sono contenute in una serie di Linee Guida G20 per il futuro del turismo.

La prima priorità è quella di garantire una mobilità sicura, non c’è ombra di dubbio, infatti, che è fondamentale per ripristinare la fiducia nei confronti del turismo internazionale e per l’economia in generale. In questo senso il Green Digital Certificate, più semplicemente conosciuto come green pass, dell’Unione Europea diventa essenziale.

se ve lo siete perso, lo abbiamo raccontato in questa Guida Viaggio

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