Il nuovo modo di viaggiare, figlio della pandemia
Conoscete il termine “trip stacking”? Probabilmente lo state facendo da almeno un anno ma non sapete che tale modo di fare ha acquisito un nome. Già perché questo nuovo modo di organizzare viaggi è figlio della pandemia da Covid-19.
Si prenotano più viaggi per farne almeno uno!
Il fenomeno è incoraggiato dalle politiche di cancellazione gratuita degli hotel e in parte, delle compagnie aeree. Si prenotano nello stesso periodo almeno 2 viaggi, una delle quali più a rischio di saltare a causa del Coronavirus. Il fenomeno di prenotare il viaggio di riserva è triplicato, anche in Italia.
Una volta, prima della pandemia, si organizzava il viaggio estivo che anche se economicamente impegnativo era in generale dato per certo. I piani B non erano particolarmente contemplati. Per molti, il viaggio estivo è il premio dopo un anno di sacrifici e ora dopo 2 anni di pandemia, il lockdown con mesi di interruzioni nei collegamenti, una grande ondata di traumatici annullamenti e complicati rimborsi fra la primavera e l’estate 2020, tutto ciò ha letteralmente cambiato l’approccio delle persone verso le prenotazioni.
Come segnalano Cnbc e l’australiano Travel Talk con un paio di focus sulla nuova tendenza, un numero crescente di persone prenota due o anche tre viaggi nello stesso periodo. Tutto ciò per cercare di non rimanere a casa nel caso in cui la situazione epidemiologica o altre questioni collegate alla pandemia dovessero mandare a monte il piano principale.
Una tendenza quindi che – magari senza rendercene conto – ciascuno di noi ha messo in atto negli ultimi mesi e che non potevamo non farvi notare, nelle nostre Guide viaggio. L’idea è stata quella di provare a programmare qualcosa di più impegnativo, tenendo aperte diverse “exit strategy” e prende appunto il nome di “trip stacking” e comprende appunto questo genere di scelta.
Alla fine, si sceglierà spesso davvero a ridosso della partenza, così da avere la libertà di prendersi tutto il tempo a disposizione. In modo da scegliete, non soltanto in base alla legge vigente al momento ma anche in base alla situazione che ci fa sentire più al sicuro.
I viaggi “impilati”, per tradurre letteralmente l’etichetta statunitense, sono una tendenza abbastanza nuova, figlia di questa triste epoca storica. Lo dice anche Misty Belles, amministratore delegato della rete di viaggi di lusso Virtuoso. Si stima che sia iniziato tra maggio e giugno, dopo che le vaccinazioni erano state lanciate negli Stati Uniti e l’Europa stava iniziando a riaprire.
D’altronde, secondo un sondaggio di FinanceBuzz e rimanendo ai dati statunitensi, all’inizio di agosto più del 50% dei viaggiatori aveva cancellato o cambiato piani a causa della diffusione della variante Delta. La Belles afferma:
“Nel complesso, le politiche di cancellazione sono rimaste molto flessibili, consentendo al viaggiatore di avere questa scelta, bisognerà capire se sarà ancora possibile quando i viaggi ripartiranno davvero”.
Davide Mara, Market director Italia e Spagna di lastminute.com ha spiegato a Repubblica:
“Dopo mesi di restrizioni e di limitazioni, in Italia il desiderio di viaggiare e allontanarsi dalla routine e dai luoghi della propria quotidianità è cresciuto e soprattutto con le prime vaccinazioni e con l’arrivo del ‘green pass’ questo desiderio è riuscito in molti casi a concretizzarsi, ma sempre con cautela e con le giuste precauzioni quest’estate, le prenotazioni di hotel sono state molto superiori rispetto all’estate 2019, ma gli italiani hanno optato nel 60% dei casi per soluzioni che prevedevano la cancellazione gratuita o il rimborso (contro il 35% del 2019), pianificando in contemporanea un secondo viaggio con una frequenza quasi tripla rispetto al 2019 per ovviare al rischio di non poter partire per eventuali variazioni nelle restrizioni ai viaggi”.