Women’s Day con Moneyfarm

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In occasione dell’International Women’s Day, Moneyfarm ha condotto un’indagine sui suoi oltre 80 mila clienti attivi, con l’obiettivo di evidenziare le differenze tra uomini e donne nell’approccio agli investimenti.

Per entrambi, in generale, l’obiettivo principale di un investimento è far crescere il proprio patrimonio nel tempo, ma quando si entra nel merito di obiettivi più specifici emergono alcune differenze interessanti.

Le donne che hanno l’obiettivo di investire per la pensione sono quasi il doppio degli uomini; significativa anche la consapevolezza degli effetti dannosi dell’inflazione sul risparmio non investito nel tempo, le donne che investono per proteggersi dall’inflazione sono addirittura il 55% in più degli uomini.

L’indagine conferma però un’evidenza più nota nell’industria del risparmio, cioè che le donne sono tendenzialmente più avverse al rischio degli uomini, in base alla profilazione effettuata da Moneyfarm che identifica il profilo di rischio dei suoi clienti su una scala che va da 1 a 6, il 40,1% delle donne ha un profilo di rischio prudente (tra 1 e 3) contro il 24,2% degli uomini. Soltanto il 10,1% delle donne ha un profilo di rischio alto (6), contro il 17,1% degli uomini.

Inoltre, analogamente a quanto rilevato nel Regno Unito, le donne italiane sembrano essere più determinate e risolute nella scelta di investire i propri risparmi. Una volta che hanno sottoscritto il servizio sul sito procedono a investire – ossia, concretamente, a versare nel loro primo portafoglio Moneyfarm – più speditamente degli uomini e lo fanno con un ammontare mediamente più alto (precisamente del 35%), nonostante dichiarino un reddito inferiore.

Patrizia Franchi, investment consultant manager di Moneyfarm ha commentato così i dati rilevarti:

“Con quest’analisi abbiamo deciso di guardare più da vicino il profilo delle donne che investono con noi, un pubblico che sta crescendo sempre di più e che in Italia nel 2021 è raddoppiato rispetto al 2020. Dai nostri dati è emerso che le donne sono meno impulsive degli uomini quando investono e hanno dimostrato di riuscire a tenere i nervi saldi anche nei momenti in cui i mercati sono stati più volatili, come in piena pandemia. Sono fasi che possono indurre a perdere di vista il proprio piano di lungo termine e anche a disinvestire sull’onda dell’emotività, andando a compromettere irrimediabilmente il risultato finale dell’investimento. Il nostro augurio a tutte le donne è di continuare con serenità sulla strada verso i loro obiettivi finanziari di lungo termine”

Secondo un’indagine di Moneyfarm anche se dichiarano un reddito mediamente più basso degli uomini, iniziano a investire con un ammontare medio più alto e con maggiore risolutezza.

Quindi troviamo una maggiore avversione al rischio, lungimiranza negli investimenti e un atteggiamento “meno impulsivo” a fronte delle alterne fasi di mercato.

Il profilo delle investitrici conferma evidenti differenze di approccio tra uomini e donne nelle scelte di portafoglio. Tutto ciò è emerso da un’indagine condotta da Moneyfarm in occasione dell’International Women’s Day, su oltre 80 mila clienti attivi.

Un’altra differenza evidenziata dalla ricerca è legata all’interazione con i consulenti Moneyfarm quella femminile risulta inferiore. Negli ultimi 30 giorni, scrive la società, gli uomini hanno effettuato quasi il doppio dei login delle donne al loro profilo Moneyfarm e la differenza è particolarmente marcata se consideriamo i dispositivi mobile. Anche per quanto riguarda i contatti telefonici, le donne che chiamano i consulenti Moneyfarm, in proporzione, sono meno degli uomini: il 32,8% contro il 42,6 per cento.

I consulenti rilevano anche che, complessivamente, le donne sono meno condizionate degli uomini da uno dei bias più comuni tra gli investitori, l’overconfidence. La maggiore tranquillità nell’approccio agli investimenti e la maggiore fiducia nel professionista a cui si sono affidate sono state rilevate anche nei momenti caratterizzati da un incremento significativo della volatilità sui mercati, quando era più facile perdere di vista il proprio obiettivo di lungo termine come, ad esempio, allo scoppio della pandemia quindi tra marzo e aprile 2020.

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