Ecco come proteggere i portafogli
Vi riportiamo qui l’analisi di Richard Flax, Chief Investment Officer Moneyfarm a fronte del continuo crescere di tensioni a livello geopolitico internazionale, causate dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Mentre prosegue il dialogo per trovare una via d’uscita al conflitto, come abbiamo visto nelle settimane precedenti allo scoppio del conflitto, nel tentativo di scoraggiare l’azione di Putin, l’Occidente ha imposto diverse sanzioni economiche, che stanno danneggiando l’economia russa, tanto che diverse agenzie di rating hanno declassato il debito di Mosca a “spazzatura”.
A questo punto è bene sapere che per consolidare ulteriormente il livello di resilienza dei portafogli Moneyfarm e cercare quindi di mantenere la volatilità entro i target, questo articolo vuole focalizzarsi sulla gestione del rischio attraverso due modalità.
Da una parte si trovano i diversificatori di portafoglio, attraverso una maggiore esposizione alle materie prime e agli asset denominati in dollari, grande fonte di diversificazione in momenti di stress di mercato.
Dall’altra si trovano ridotti gli asset rischiosi, quindi obbligazionario high yield e dei Paesi emergenti, ma anche azionari europei.
All’inizio di quest’anno gli esperti avevano espresso un giudizio positivo per quest’ultima asset class, che godeva di migliori prospettive di redditività di lungo termine. Tuttavia, si ritiene che l’effetto della crisi Ucraina sulla crescita economica europea non sia ancora chiaro e che le pressioni inflazionistiche legate ai costi dell’energia potrebbero avere un impatto maggiore sugli utili aziendali europei rispetto a quelli americani.
Nello specifico le azioni europee sono state recentemente sotto pressione. Se si dà uno sguardo alle valutazioni, agli utili e ai rischi per la crescita, si noterà che il rapporto prezzo/utili per le azioni europee nell’ultimo decennio. Possiamo vedere che il calo delle azioni europee pone le valutazioni al di sotto della media di lungo termine di circa una deviazione standard. Ciò potrebbe far pensare che l’azionario europeo rappresenti un’opportunità.
La domanda chiave è se il denominatore del rapporto P/E (una delle misure di valutazione aziendale), ossia gli utili e siano sopravvalutati, poiché il loro aggiustamento a shock economici è più lento di quello dei prezzi. Per rispondere andrebbero notati i margini di profitto in Europa e il confronto con la crescita del Pil.
Riguardo ai primi è importante far notare tre cose:
in primo luogo, la redditività complessiva è aumentata nel tempo;
in secondo luogo, i margini sono elevati rispetto alla storia;
infine, c’è una certa ciclicità nella redditività (in quanto una crescita economica più forte di solito si traduce in una maggiore marginalità).
Per quanto riguarda le aspettative di crescita del Pil in Europa nel 2022, nelle ultime settimane sono state generalmente riviste al ribasso, poiché gli analisti hanno iniziato a tenere conto dei costi energetici più elevati e del calo della fiducia che probabilmente seguirà la crisi in Ucraina. Le valutazioni azionarie europee sembrano convenienti rispetto alla storia, ma probabilmente non sono così a buon mercato se si tiene in considerazione il potenziale rallentamento degli utili.
Ciò non toglie che alcuni degli scenari negativi siano già stati scontati dal mercato e sicuramente le valutazioni in Europa potrebbero diventare un aspetto da guardare con attenzione.