Risarcimento del danno da Malasanità
Sono in tanti a rinunciare ad un danno dovuto alla malasanità, perché spesso ipotizzano che si tratti di qualcosa di lungo e alla fine dispendioso.
Partiamo con lo spiegare nello specifico di cosa si intende per malasanità e quando si può richiedere un risarcimento.
Si usa il termine malasanità, per indicare quei casi in cui le cure mediche e gli interventi chirurgici non sono stati eseguiti correttamente, oppure sono stati prescritti senza una fondata giustificazione. Anche una diagnosi mancata, inadeguata o errata può essere definita caso da risarcimento malasanità.
Se accade che una persona subisca un atto di malasanità, tanto che ne derivi un peggioramento del suo stato di salute o addirittura una nuova patologia, nasce così il diritto a chiedere un risarcimento danni malasanità.
Il risarcimento malasanità è una strada percorribile sia nei confronti di un singolo medico, sia rispetto ad un’intera équipe sanitaria. Si può anche coinvolgere la struttura sanitaria dove sia accaduto l’episodio oggetto di richiesta di risarcimento danni malasanità.
Sia chiaro però che per poter ottenere il risarcimento danni errore medico, la persona in questione (o i suoi familiari) devono dimostrare il nesso eziologico, cioè il rapporto causa/effetto, fra la condotta sbagliata del personale sanitario e il peggioramento del paziente. Per questo, se si ipotizza di essere in una situazione di malasanità che richiede un risarcimento, è fondamentale raccogliere quanta più documentazione possibile sul caso e affidarsi ad un professionista esperto della materia.
Un esempio importante in questo ambito è lo STUDIO GIUSEPPE LEO una certezza che da inizio Pandemia non ha mai smesso di aiutare chi aveva subito un torto che fosse giustamente risarcibile.
Nel caso specifico della malasanità, ricordate che è necessario fare richiesta di risarcimento danni errore medico entro 10 anni dall’avvenimento.
Ma quali documenti presentare per ottenere un risarcimento?
Come sappiamo, purtroppo, non è del tutto improbabile subire un peggioramento delle proprie condizioni di salute in seguito ad una prestazione sanitaria a dir poco inadeguata. In questo caso, il diritto contempla appunto il “risarcimento danni errore medico”, noto anche come “risarcimento malasanità”.
Abbiamo detto che richiedere un risarcimento danni per malasanità è possibile entro un massimo di 10 anni dalla data dell’ultimo certificato medico pertinente, a patto che sia dimostrabile la riconducibilità dell’aggravamento ad un errore umano. Una prestazione sanitaria svolta con negligenza o scarsa competenza del medico o della struttura sanitaria può comportare, dunque, un’azione di risarcimento danni da errore medico.
Per presentare la richiesta, occorre raccogliere tutta la documentazione inerente al caso, come certificati, cartelle cliniche, ricevute, eventuali lastre e quant’altro possa testimoniare l’esistenza di una sottoposizione a cure mediche del richiedente il risarcimento malasanità, fondamentale per dimostrare la sussistenza della “responsabilità da contratto sociale qualificato”, nonostante non si fondino su un contratto in senso stretto, infatti, il rapporto medico-paziente e quello tra malasanità e risarcimento sono comunque regolati da obblighi di natura contrattuale, che prevedono non solo la suddetta possibilità di presentare un risarcimento danni, ma anche l’inclusione dei danni non patrimoniali nell’ammontare richiesto.