È giusto fare trading approfittando di guerre e pandemia?
Lo abbiamo visto più e più volte nel nostro paese. Quello che per molti è una disgrazia, spesso per altri fa la fortuna.
Ma dovete capire che quello che fanno i trader non è speculare ma semplicemente seguire i movimenti di mercato. Un po’ come il benzinaio che aumenta i prezzi della benzina a causa di una crisi energetica.
Quindi non è tanto una questione di etica quanto piuttosto una forma di adattamento alle circostanze. I grandi movimenti di mercato legati a catastrofi o eventi di una certa rilevanza hanno spesso un impatto negativo sui portafogli degli investitori. Nel trading può però capitare che scivoloni di borsa o grossi movimenti dannosi per consumatori e investitori, si rivelino estremamente proficui.
Questo non significa tuttavia che il trader voglia sfruttare il disastro. Le strategie del trader hanno lo scopo di guadagnare sui movimenti del mercato, non di speculare in condizioni di crisi. In altre parole, il trader non compra titoli azionari legati al mercato delle armi se scoppia un conflitto e non usa strategie che speculano sulle crisi energetiche, del grano o di altre materie prime.
Se guadagna da un movimento legato a possibili problematiche è semplicemente perché, come in altre occasioni, le sue strategie si adattano ai movimenti che si creano sui mercati. Il trader, quindi, non guadagna speculando sul fatto in se per se, ma segue semplicemente l’andamento dei mercati.
Badate bene che non basta dire che comportarsi in maniera etica come interrompere la propria attività di trading sarebbe fare la cosa giusta, si tratterebbe in realtà di un ragionamento ipocrita. Il lavoro di un trader è seguire i movimenti del mercato e questo a prescindere dalla loro causa.
Semplicemente un trader non può permettersi di interrogarsi sulle cause di ogni movimento e interrompere la propria operatività, di conseguenza, altrimenti non riuscirebbe a lavorare. Pensiamo al panettiere, che si trova a dover aumentare il prezzo del pane a causa di una crisi del grano. Sono scelte dettate dalle esigenze del loro lavoro, non da una mancanza di etica.
Bisogna sempre ricordare che quello che avviene nel trading non è frutto della speculazione ma di ciò che accade nel mondo.
Il problema che si nasconde dietro alla convinzione che il trading non sia etico è di tipo culturale e ruota attorno all’idea che la società ci ha messo in testa, del denaro. Da qui quindi, il filo del discrimine fra etico e non etico è davvero molto sottile ma fermandoci a ragionare può valere per ogni azione quotidiana che segna la nostra vita.
Come il chiedersi chi ha fabbricato le scarpe che portiamo ai piedi e che ci fanno sentire tanto comodi o alla moda.
Quindi potremmo dire che l’etica applicata alla vita di tutti i giorni si traduce nelle scelte che facciamo e nel modo in cui interagiamo con gli altri ogni giorno.
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