Amministratore di condominio 2.0

Condividi

Nel corso del tempo abbiamo assistito al mutamento della professione dell’amministratore di condominio. L’attenzione e la diversificazione delle esigenze dei condòmini sono state parte integrante di questo cambiamento, perché tutto si evolve per migliorare quelle che erano le falle preesistenti.

Ciò influenza l’affermazione di modelli lavorativi e formativi distanti dalle logiche tradizionali della vecchia scuola che prevedono apprendimento continuo, autosviluppo e autonomia formativa.

Il tutto si inquadra in un’evoluzione tecnologica che per forza maggiore prima o poi sarebbe dovuta accadere. La velocità con cui tutto sta avvenendo è significativa, tanto più se pensiamo a quello che è successo dall’inizio della pandemia. La rapidità di sviluppo delle tecnologie non pare peraltro supportata da altrettanta velocità di applicazione delle tecnologie e soprattutto, dall’adeguamento degli studi amministrativi e della cultura organizzativa e della disciplina normativa.

Le tecnologie, specialmente informatiche, nella loro evoluzione hanno dato luogo a quella digitalizzazione diffusa, considerata da tutti il fenomeno emergente, determinante nella trasformazione del business e delle professionalità, perché il progresso va agevolato ed incoraggiato senza avere pregiudizi. A guardarsi attorno non ci si sbaglia affatto se si nota che le vere resistenze derivano dalla pigrizia degli amministratori spesso di vecchio stampo che hanno appunto dimostrato di temere gli sviluppi.

L’andamento previsto indica una diminuzione di tutte le attività routinarie e ripetitive nella professione – come il ritirare le quote condominiali direttamente a mano – che includono oggi modalità diverse di esecuzione. Ciò per evitare ammanchi di cassa difficili da giustificare.

L’impatto della tecnologia sul business e sulla gestione è molto elevato, non tanto e non solo per gli aspetti di pura digitalizzazione, ma per la necessità di fare fronte alla velocità dei cambiamenti e dei riposizionamenti.

Tutto questo incide sulle competenze che oggi un amministratore di condominio deve per forza detenere. Come le capacità gestionali-metodologiche quali creatività, problem solving, abilità culturali e comunicazione.

Si fa poi un ulteriore passo in avanti quando si sottolinea la necessità del possesso non di singole capacità, ma di quelle che ora vengono chiamate «meta competenze». Questa rivoluzione digitale che stiamo attraversando impone ai professionisti di rivoluzionare il lavoro intellettuale, come tradizionalmente inteso. Quindi li obbliga anche a studiare, questo nuovo sistema e a modificare il proprio modo di concepire l’intera gestione del condominio.

Tale cambiamento ha fortemente modificato anche il rapporto tra amministratore e condòmino. In particolar modo il secondo che a differenza del primo non è tenuto ad aggiornarsi, si trova catapultato in un nuovo modo di fare con un professionista che deve mettere in pratica tutta la sua etica, la conoscenza applicata al nuovo contesto e la capacità di comunicare efficacemente.

La rivoluzione di fronte alla quale ci troviamo, offre ai professionisti possibilità e opportunità, di migliorare il proprio lavoro, basta solo imparare a cavalcare l’onda. Anche perché i professionisti sono imprenditori di sé stessi e devono essere capaci di interpretare il cambiamento.

Non dimenticate che alla fine la digitalizzazione impatta direttamente sulle competenze del libero professionista e parliamo comunque di un processo inarrestabile, ma proprio per questo abbiamo il dovere di lavorare per gestirla al meglio.

Condividi