Michael Schumacher, eccovi qualche curiosità

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Con successo è passato anche il 50esimo compleanno di quello che probabilmente è il Ferrarista più amato della storia. Abbiamo quindi fatto qualche ricerca, per scovare qualche curiosità che potremmo aver dimenticato o che addirittura non sapevamo proprio.

Ovviamente la più recente è quella che ha visto nascere per i 50 anni, Michael Schumacher un’App (Android e iOS) che ha portato tutti in un museo virtuale del pilota simbolo della F1 andando a ritroso nel tempo. Ve ne abbiamo parlato in un nostro articolo, proprio il 03/01, scaricando e vivendo l’App in tempo reale.

Di storia da raccontare ne abbiamo, ha cominciato a guidare a 4 anni, al volante di un kart, sul circuito di Kerpen, gestito dal padre, Rolf che gli ha costruito le prime, mini autovetture e ne ha sostenuto finanziariamente l’attività. Un vero esempio di famiglia, un esempio che ha portato una passione a crescere sempre di più, sfociando ora nella terza generazione.

A 12 anni ha poi potuto cimentarsi in pista solo con la patente lussemburghese, questo perché in Germania la licenza dei kart parte dai 14 anni.

A 18 anni, era già campione di kart, sia tedesco che europeo, ha quindi deciso di lasciare la scuola e iniziare a lavorare come meccanico.

A 20 arriva il punto di svolta, cominciato a correre nel campionato tedesco di Formula 3 grazie al futuro manager, Willy Weber che gli ha proposto un test con una delle vetture della sua scuderia. Così è entrato nella squadra juniores della Mercedes e ha conquistato il volante di un prototipo Sauber Mercedes. Sotto gli occhi attenti di Jochen Neerspasch e Jochen Mass, ha imparato l’arte della guida di un’auto da corsa.

Il suo debuttato in Formula 1 arriva nel 1991 alla Jordan, per una sostituzione. Tra la fortuna e la sfortuna, si ci mette forte il suo impegno. Studia il circuito da solo, facendo la ricognizione in bicicletta, settimo nelle prove, in gara, dopo appena 500 metri dal via, rompe la frizione e si ritira. Ma Flavio Briatore, allora direttore della Benetton, lo mette subito sotto contratto soffiandolo ai britannici. Che non erano riusciti a fargli accettare un triennale.

Il 1992 è un anno importante perché centra il primo podio in F1, in Messico, da prima guida Benetton e la prima vittoria nel mondiale, nel GP in Belgio.

Mentre la prima pole position è datata 1994, a Montecarlo, è stato anche l’anno del primo titolo mondiale, sempre con la Benetton, con rivale principale Damon Hill.

Nel 1996 c’è il punto di svolta per tutti noi tifosi. Passa alla Ferrari, per 60 milioni di dollari in due anni, ma il primo titolo mondiale con la Rossa arriva solo nel 2000, interrompendo il digiuno del Cavallino che durava da ben 21 anni ed aggiungendoci poi altri quattro trionfi consecutivi.

Chi non ricorda poi la sua astuzia e le sue capacità sul bagnato, Schumacher ha vinto 17 delle 30 prove che ha disputato in condizioni meteo difficili, guadagnandosi il titolo di “Re della pioggia”.

Eppure il kart è rimasto una delle sue grandi passioni, tanto che il 26, 28 e 29 ottobre 2001, a Kerpen, sul kartodromo di sua proprietà, stupì tutti partecipando da ospite d’onore alla finale del mondiale. La sua competitività però lasciò il pasto alla sua classe, ritirandosi al 15° dei 23 giri della gara, lasciando il titolo a Vitantonio Liuzzi, ma conquistando ovviamente tutta l’attenzione del pubblico e dichiarando alla fine:

“A me piacciono i sorpassi e mi sono divertito tantissimo, è stata una bellissima sfida”

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