Star Wars: L’Ascesa di Skywalker
Ho aspettato un bel po’ prima di dire la mia su “Star Wars: L’Ascesa di Skywalker“, ho ascoltato tanti interventi e letto di tanti pareri, ovviamente di vario genere. Sicuramente sono arrivata ad una grande conclusione a prescindere da quelli che sono i dati oggettivi che vanno considerati in quanto hanno influito inevitabilmente sulla trama.
Ho guardato il film senza pensare a tutto il corredo che c’è intorno, perché io solo una cosa mi chiedo, di tutti coloro che hanno cercato letteralmente il pelo nell’uovo dal primo momento. Come avrebbero fatto se avessero vissuto nel 1977 quando in Italia si chiamava “Guerre Stellari”, quando i social non c’erano e non si nasceva già critici competenti di ogni cosa.
Insomma sono andata al cinema, semplicemente per godermi un film, un film che sapevo essere il capitolo conclusivo di una storia iniziata quando io ancora dovevo nascere ma così grande da abbracciare indifferentemente 3 generazioni nell’arco di 42 anni. Ho visto genitori andarci con i figli e i nipoti.
Fatta questa piccola premessa, da una persona che probabilmente sarà giudicata incompetente in materia solo perché ha assistito ad uno spettacolo con il cuore e senza pensare di evidenziare tutto ciò che non andava, ho provato ad informarmi un po’.
Quello che ha inciso sicuramente sulla trama di questo film è sicuramente il fatto che ora sia un marchio Disney, quando per 18 anni invece ci aveva pensato la 20th Century Fox. Ma non solo, ha di fatto subito diversi colpi durante il suo svolgimento, fra essi sicuramente il più drammatico, la morte di Carrie Fisher.
Tutto ciò senza dimenticare che è andato incontro a una notevole rivoluzione quando i lavori sono passati da Colin Trevorrow a JJ Abrams.
Ecco quali sarebbero alcuni cambiamenti che sono arrivati dal producer Robert Meyer Burnett, il quale ha pubblicato un video in cui commenta appunto questi dettagli trapelati dalla sceneggiatura originale di quello che doveva essere “Star Wars: Episodio 9“.
Ebbene, il titolo originale doveva essere “Star Wars: Duel of the Fates“, in riferimento all’omonima traccia musicale di John Williams presente in Episodio I.
A quanto pare, Palpatine non doveva avere una parte così importante come quella riservatagli dallo script scelto poi da JJ Abrams, con la sua unica apparizione che doveva essere limitata a un messaggio olografico. Il messaggio doveva essere indirizzato a Darth Vader, comunicandogli di portare Luke Skywalker presso Sith Vor Talum, con Kylo Ren che invece intercetta il messaggio e si reca da solo in tale area, ma a quanto pare venendo anche ferito e ritrovandosi con del metallo fuso sulla faccia.
Per quanto riguarda invece la Resistenza, Rose, Finn, C-3PO e R2-D2 sarebbero dovuti andare a Coruscant alla ricerca di un segnalatore che avrebbe potuto inviare un messaggio a tutti gli alleati per combattere contro il Primo Ordine.
Tra le altre informazioni, emerge il fatto che Kylo durante il film pare dovesse essere perseguitato dalle apparizioni di Luke Skywalker, ma quest’ultimo sarebbe comunque stato sopraffatto.
Per ultimo ma non per importanza, l’ultimo combattimento tra Kylo e Rey si sarebbe svolto sul pianeta di Mortis, dove Kylo avrebbe svelato di aver ucciso i genitori della protagonista sotto ordine di Snoke, venendo poi distrutto nel duello finale.
Insomma un qualcosa ti totalmente diverso da ciò che abbiamo visto al cinema. Per molti, non a caso questa strada sarebbe stata molto più veritiera di quella intrapresa poi da JJ.
Concludo chiedendomi se vogliamo dare veramente la colpa ad Abrams per come è andata a finire o a Trevorrow che ha abbandonato la nave in un momento molto delicato.
Probabilmente l’unica persona che avrebbe potuto condurre sulla retta via, questo figlio ormai adulto, sarebbe potuto essere solo George Lucas. Ma ormai è fatta, quindi non ci sto a farmi rovinare questo lungo viaggio, apprezzando ciò che alla fine è arrivato sul grande schermo, come la fine di una grande era.