La prima settimana di vaccino
In questi giorni, sento in molti chiedersi se potranno aspettare prima di fare il vaccino, in realtà non siamo proprio noi a deciderlo.
Le categorie che avranno la priorità, sono gli operatori sanitari e sociosanitari, sia pubblici che privati accreditati, i quali, per ovvi motivi, hanno un rischio più elevato di essere esposti all’infezione da Covid-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Inoltre, si considera che la vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari in prima linea aiuterà a mantenere la resilienza del servizio sanitario.
Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani. Un’elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali è stata gravemente colpita dal Covid-19. I residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave, a causa dell’età avanzata, la presenza di molteplici comorbidità e la necessità di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane.
Per logica, a seguire ci saranno persone di età avanzata. Un programma vaccinale basato sull’età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale. È evidente che un programma basato sull’età, aumenti la copertura anche nelle persone con fattori di rischio clinici, visto che la prevalenza di comorbidità̀ aumenta con l’età. Pertanto, considerata l’elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva, questo gruppo di popolazione rappresenta una priorità per la vaccinazione.
Zampa ha affermato:
“Bisogna imporlo ai docenti, è una questione di buon senso”
Per il momento fra le sicurezze, c’è solo che l’acquisto del vaccino è centralizzato, non obbligatorio e verrà somministrato gratuitamente a tutti gli italiani in strutture pubbliche e successivamente con l’aiuto dei medici di base.
Si punta a una copertura dell’80%. In totale l’Italia ha opzionato 202 milioni di dosi, il 13,4% dell’Ue, “dotazione sufficiente per poter potenzialmente vaccinare tutta la popolazione e conservare delle scorte”.
Novità importanti arrivano dall’Inghilterra per il vaccino sviluppato da AstraZeneca e dall’Università di Oxford: è efficace al 95%, come quelli già approvati di Pfizer e Moderna, ed è in grado di eliminare al 100% i sintomi gravi che portano ai ricoveri per Covid-19, dice al Sunday Times Pascal Soriot, ad di AstraZeneca.
Del vaccino protagonista di questa prima fase italiana ed europea, quello di Pfizer-BioNTech, con il nome commerciale di Cominarty sono previste 27 milioni di dosi: 8,8 nel primo trimestre 2021, 8,1 nel secondo trimestre e il 10,1 nel terzo.
Ai 38 milioni di vaccini certi Pfizer e Moderna bisogna aggiungere quelli ulteriormente opzionati che l’Ue sta negoziando con le stesse due case farmaceutiche e poi gli altri che arriveranno in approvazione. Per AstraZeneca opzionate 40 milioni di dosi.
Alla fine dei processi autorizzativi l’Italia potrà contare, in caso vadano tutti a buon fine, anche su 26,92 milioni di dosi per il contratto con Johnson&Johnson; il contratto con Sanofi 40,38 milioni; il contratto con CureVac 30,28 milioni di dosi. In arrivo forse per l’estate anche il vaccino tutto italiano di Reithera in collaborazione con lo Spallanzani. Uno dei 65 vaccini in fase clinica che ha completato la fase 1.