Oggi un anno dall’inizio
Se vivete in Italia, oggi sarete stati bersagliati da foto, video e racconti di quello che stava iniziando nel cuore dello stivale un anno fa.
Giuseppe Conte: “Questa giornata dedicata ai medici”
L’ex premier Giuseppe Conte ha voluto dedicare questa giornata che segna un anno dall’inizio del tunnel della pandemia da Covid-19 a medici, infermieri e personale sanitario tramite un post nella sua pagina Facebook. Accompagnando la foto che apre questo articolo, ha scritto:
“In questo primo lunghissimo anno di pandemia l’Italia ha potuto contare sul sacrificio di donne e uomini che hanno combattuto in prima linea contro il Covid. Sono i nostri medici, i nostri infermieri, il personale sanitario e i volontari che ogni giorno hanno lavorato senza risparmiarsi, con coraggio e dedizione, dimostrando un forte spirito di comunità. Hanno salvato tante vite, hanno curato e assistito tanti malati. Alcuni hanno pagato questo impegno con il sacrificio della propria vita. Tutti hanno convissuto con il dolore e hanno combattuto contro la stanchezza. Ma non hanno mai abbassato la guardia né si sono mai sottratti alle responsabilità della loro missione.
Questa giornata l’abbiamo dedicata a loro. Perché noi non dimentichiamo. Non potremo mai dimenticare i loro sforzi e i loro sacrifici.
Non smetteremo mai di ringraziarli.”
Un anno fa, tutto il Paese viveva il suo ultimo giorno normale. Il Coronavirus, allora, era solo una notizia di esteri, neppure la più importante dell’agenda. Lentamente però senza che molti se ne rendessero conto, il virus si faceva strada nelle priorità italiane, con il primo caso di Covid localizzato a Codogno.
Da allora, nulla è più stato lo stesso per il nostro Paese. La strada che avrebbe portato al primo lockdown di marzo sarebbe stata di breve percorrenza da quel primo tampone positivo, alla successiva dichiarazione di Pandemia a livello globale.
L’ex presidente del consiglio ha continuato il suo post ricordando le vite salvate e l’assistenza ai malati, ma non solo: un pensiero lo ha rivolto anche ai medici e a coloro che lavorano nella sanità che hanno pagato con la loro vita il prezzo di una dedizione e di un senso del dovere tanto grande.
Con la positività al virus del paziente 1 di Codogno e con i 55 italiani rientrati da Wuhan, una città della Cina che allora sembrava lontana. E con la coppia di turisti cinesi ricoverati a Roma iniziava il nostro travaglio.
12 mesi esatti sono trascorsi dalla sera del 20 febbraio 2020, quando all’ospedale di Codogno arrivò il risultato del tampone fatto a Mattia Maestri. Il 38enne ricercatore di una multinazionale con base a Casalpusterlengo risultò positivo al Sars-CoV2 trasformandosi in un attimo nel paziente 1.
Nel corso della cerimonia per la prima Giornata Nazionale del personale sanitario, quella data rimbalza nei discorsi istituzionali sottolineando i grandi passi avanti fatti dalla scienza con il vaccino.
Ma, nonostante ciò, ancora a troppi sfugge che il virus è ancora un feroce nemico, dall’inizio dell’epidemia in Italia il Covid ha falciato 95.486 vite, di cui 326 camici bianchi, gli ultimi due medici di famiglia di Ivrea e Verona.
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella nel messaggio inviato in occasione della celebrazione alla Federazione nazionale degli Ordini dei medici ha rivolto:
“A nome di tutti gli italiani, un saluto riconoscente a tutto il personale sanitario – oltre che la – commossa vicinanza ai familiari dei caduti per la salvaguardia della salute di tutti. – E ha sottolineato che – il sistema sanitario nazionale, pur tra le tante difficoltà, sta fronteggiando una prova senza precedenti e si dimostra più che mai un patrimonio da preservare e su cui investire, a tutela dell’intera collettività”.