Come investire in Bitcoin

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Negli ultimi mesi la criptovaluta più famosa è tornata al centro dell’attenzione. Attenzione probabilmente dovuta all’aumento dei trader online che con la Pandemia da Covid-19 sono cresciuti esponenzialmente.

Creato nel 2009 da un anonimo noto solo con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, nel corso dell’ultimo anno il bitcoin ha conosciuto una crescita esponenziale di popolarità, diventando una vera e propria tendenza non solo di investimento ma anche e soprattutto di discussione.

Riscontrando così fino ad ora un enorme incremento di valore, basti pensare che la prima transazione registrata è stata quella di 10.000 bitcoin per l’acquisto di 2 pizze. Addirittura l’8 febbraio 2021, giorno del picco massimo, un bitcoin era arrivato a valere oltre 64.800 dollari. Ma poi il prezzo è nuovamente crollato e da metà maggio in poi ha oscillato su valori inferiori ai 40mila dollari.

Abbiamo provato a chiarire un po’ la situazione, grazie a Moneyfarm.

Il bitcoin è una valuta completamente diversa da tutte quelle esistite fino alla sua comparsa. Se il valore della valuta a corso legale è infatti garantito non dal materiale che la compone ma dal governo che la emette, il bitcoin (che viene “creato” attraverso il mining, cioè un algoritmo che consente di “coniare” un nuovo bitcoin attraverso una certa sequenza di calcoli, che diventa via via più complessa rallentando così le emissioni) è controllato – si fa per dire – da una rete decentralizzata, chiamata blockchain, che registra e tiene traccia dei passaggi di proprietà di ogni singolo bitcoin, crittografando le informazioni affinché non possano essere modificate da terzi.

Se nelle intenzioni il bitcoin doveva essere una moneta di scambio alternativa, più pratica, più sicura e libera da controlli e intermediazioni da parte di governi e sistema bancario, le sue caratteristiche, il sempre maggiore interesse e la grande volatilità legata al prezzo l’hanno presto resa un vero e proprio strumento speculativo.

Tanto che il picco di febbraio si è verificato in corrispondenza dell’acquisto, da parte di Elon Musk attraverso Tesla, di bitcoin per un controvalore di un miliardo e mezzo di dollari. Mentre il successivo crollo a maggio è stato determinato da un lato dall’annuncio di Pechino dell’intenzione di regolamentare le criptovalute sul mercato cinese e dall’altro da una nuova operazione di Musk, che questa volta ha fatto retromarcia vendendo il 10% del suo pacchetto di criptovaluta. Portandosi a casa comunque oltre 100 milioni di dollari.

Quindi il prezzo del bitcoin oscilla vertiginosamente sull’onda dell’emozione, quando vengono diffuse notizie positive sulla criptovaluta. Milioni di investitori si lanciano in una sorta di “corsa all’oro” cercando di comprare per sfruttare il successivo rialzo, mentre non appena si crea un sentiment negativo partono le vendite che fanno nuovamente crollare il prezzo.

Ma non essendoci un organismo di controllo che possa intervenire, questo effetto viene spesso sfruttato a scopo puramente speculativo. Insomma basta un tweet ben assestato per scatenare un’ondata di acquisti o di vendite.

Investire in bitcoin conviene?

Se è vero che investendo in bitcoin si possono guadagnare fortune, è altrettanto vero che quelle fortune si possono anche velocemente perdere. Investire in bitcoin, infatti, è un’attività speculativa particolarmente rischiosa proprio a causa delle dinamiche che ne determinano l’andamento e delle continue bolle speculative di cui questa criptovaluta è oggetto.

Insomma, per il Bitcoin vale ciò che spesso vi raccomandiamo nella nostra rubrica di economica. Bisogna mantenere i piedi per terra e ricordare che non si tratta di una giocata al casinò.

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