Vaccini agli Under 18 – ecco cosa sta accadendo
A dividere ci si mette anche questo, vaccino ai minori si, vaccino ai minori no.
Le autorità di regolamentazione degli Stati Uniti hanno chiesto a Pfizer/BioNTech e Moderna di espandere la dimensione degli studi in corso che testano i loro vaccini anti Covid nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni. La Food and Drug Administration ha indicato che l’attuale ampiezza delle sperimentazioni appare inadeguata per rilevare i rari effetti collaterali.
Nel caso di minore con anamnesi di pregressa infezione da SARS-CoV-2, la Società italiana di pediatria raccomanda un intervallo di almeno 90 giorni tra la diagnosi di infezione o la somministrazione di eventuali anticorpi monoclonali e la prima somministrazione del vaccino Covid-19 e i pediatri italiani suggeriscono di non prescrivere farmaci finalizzati alla prevenzione degli eventuali eventi avversi postvaccinici.
A mettere una serie di dubbi sull’argomento è il fatto che non tutti i paesi si comportano alla stessa maniera. Uno di quelli più citato è la Germania dove la commissione specializzata indipendente presso il Robert Koch Institut non consiglia di somministrare vaccini in modo generalizzato nella fascia 12-17 anni.
Sulla scorta delle evidenze acquisite, la Stiko giudica che l’impatto dell’infezione nella fascia in questione sia troppo piccolo per giustificare il vaccino per tutti i bambini sani. Tanto più che la sicurezza del vaccino non è considerata ancora sufficientemente documentata nello specifico gruppo di età. La vaccinazione viene dunque riservata solo a chi è malato o ha determinate patologie pregresse.
Mentre in Italia sulla base dei propri dati, Paolo Ascierto spiega:
“Gli studi di Pfizer e di Moderna non hanno incluso le donne in gravidanza e in allattamento. Quando si sperimenta un farmaco non si comprende questa categoria di soggetti perché non si sa come il farmaco possa agire sul feto. L’Aifa ha suggerito una raccomandazione: in gravidanza e in allattamento può essere somministrato il vaccino anti-covid solo se i benefici sono superiori ai rischi. Ma quando i benefici sono superiori ai rischi? Se si tratta di medici o operatori sanitari che trattano malati Covid. – Come il caso del medico che ha ricevuto il vaccino in gravidanza e in seguito ha portato il neonato a nascere già con gli anticorpi – Al momento io non consiglierei comunque alle donne in gravidanza e in allattamento di sottoporsi al vaccino. Altra questione riguarda i minori. Il vaccino di Moderna – spiega Ascierto – è stato sperimentato su ragazzi al di sopra dei 18 anni, quello di Pfizer in soggetti sopra i 16 anni, quindi, i minori al momento sono esclusi dalla campagna vaccinale. Sappiamo che nei bambini l’infezione in genere non dà sintomi gravi, ma questi soggetti sono coinvolti nella trasmissione del virus, quindi dovranno essere vaccinati anche loro. Per raggiungere l’immunità di gregge deve essere vaccinato almeno il 70% della popolazione: se consideriamo che i minori costituiscono il 30%, si deve vaccinare il 100%. Sono in corso studi di Pfizer e di Moderna proprio su questa categoria”.
Sempre in Italia, sulla possibilità di vaccinare contro il Covid ragazzi e bambini tra 6 i 12 anni, quando ci sarà l’autorizzazione, precisa Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp):
“le evidenze scientifiche restano la nostra guida. Quando queste ci avranno dimostrato che il vaccino è efficace e sicuro potremo cominciare le vaccinazioni e, ovviamente, saremo attivi e presenti nella campagna vaccinale. Come è stato già nella fascia di età tra i 12-16 anni”