11 settembre di tutti

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11 un numero che rimarrà indelebile nella storia, due numeri che rievocano le due torri, simbolo di un terribile cambiamento.

11 settembre 2001, una data che ha cambiato inesorabilmente il flusso della nostra vita, anche di chi non lo immagina affatto, anche di chi quel giorno non era ancora nato ma in aeroporto subisce controlli e tensioni, tutte figlie di quella data.

Quel giorno la vita ci ha messi tutti davanti ad una triste verità, il nemico è in casa e indisturbato ci ha pugnalati al cuore.

Tutti quelli che quel giorno avevano l’età per ricordare, non dimenticheranno mai più.

“Perché quelle persone si stanno lanciando giù?

Non sono persone, sono uccelli!”

Questo è il dialogo fra un padre e sua figlia, in auto, mentre lui la accompagnava a scuola.

Quel giorno, abbiamo imparato il valore tempo, ci è stato insegnato da chi davanti agli ultimi minuti di vita ha scelto di chiamare i propri cari, per poter dire un’ultima volta quello che non avrebbero mai più potuto dire.

Gli attentatori colpirono il simbolo del capitalismo americano ma il mondo intero ne sentiva il rimbombo. Da quelle macerie, gli occhi del mondo intero sono cambiati, la ferita aperta non si è mai più rimarginata ma la testa non si è mai abbassata.

Si era aperta una drammatica era che riportava i fantasmi e gli orrori della Grande guerra di mezzo secolo prima. Solo che i nemici, non si trovavano dall’altra parte del mondo, i nemici erano dentro casa, portando morte con una facilità sconcertante.

Chi s’era illuso che la caduta del Muro di Berlino, della divisione del mondo in blocchi contrapposti, portasse naturalmente ad una pacificazione globale, doveva tornare a riflettere. Il mondo è diviso, non solo in Ovest e Est. Il mondo è diviso in Nord e Sud, è diviso dal razzismo, in ricchi e poveri, è diviso tra democrazia e totalitarismi di diversa matrice. È in questo mondo che ancora oggi, prolifera il terrorismo.

Il nemico stava dando grande dimostrazione di potere, costringendo all’evacuazione anche la Casa Bianca e costringendo il presidente degli Stati Uniti a prendere, come solo nei film si era visto, l’Air Force One che grazie alla sua lunga autonomia, non sarebbe atterrato per mole ore, mettendo il capo della Casa Bianca al riparo da ogni pericolo.

Eppure, oggi ci troviamo a chiedere, quanto siano state reali le parole di Bush che dal megafono, davanti alle macerie intimava:

“Ci sentite? Stiamo arrivando”

A breve, 20 anni di guerra ci separeranno dall’inizio di tutto, era il 20 settembre 2001 e oggi ci si chiede chi abbia vinto e chi abbia perso.

11 settembre 2021 la data scelta dai talebani per eleggere il nuovo governo. Una data scelta per sottolineare un’ultima volta, le distanze dall’occidente.

Oggi Joe Biden provando a diffondere ottimismo afferma:

“Mentre continuiamo a riprenderci da questa tragedia sappiamo per certo che non c’è nulla che l’America non possa superare. I semi del caos piantati quel settembre da coloro che desideravano ferirci, sono fioriti invece in campi di speranza per un futuro più luminoso. – continua promettendo poi che le 2.977 vittime – non saranno mai dimenticate.”

Ma una cosa su tutte ci ha insegnato questa storia.

La vita va celebrata, sempre, perché mai come quel giorno ci rendemmo conto di quanto fosse sacra.

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