La Pandemia nel mondo
Il Covid-19 è in ritirata in tutto il mondo, questo è chiaro a tutti. Negli Stati Uniti il numero dei nuovi casi segnalati la scorsa settimana si è quasi dimezzato rispetto alla settimana ancora precedente.
La variante “Omicron 2” per ora non sembra tanto diversa da Omicron 1. Probabilmente è più trasmissibile, ma non più aggressiva.
Come sempre a inizio settimana l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccoglie i dati sui nuovi casi di Covid-19 e sui decessi da tutto il mondo (o quasi).
Nel mondo ci sono stati poco più di 16mila nuovi casi e circa 75mila morti. Dall’inizio della pandemia si contano 409milioni di contagi e oltre 5,8 milioni di morti.
Il virus quindi è in ritirata ovunque, tranne che nell’area del Pacifico occidentale dove il numero dei nuovi casi è aumentato del 19%.
Nella regione del Sud-est asiatico si registra un calo dei contagi del 37 per cento, nelle Americhe del 32%, in Africa del 30% in Europa del 16% e nel Mediterraneo orientale del 12%.
Gli Stati Uniti non sono più il Paese con il maggior numero di nuovi casi al mondo. Il primato ora spetta alla Russia (1.323.391 nuovi casi con un aumento del 23%), seguita dalla Germania (1.322.071 nuovi casi, tanti quanti la settimana precedente). Negli Usa, invece, il numero dei nuovi contagi scende del 43% attestandosi a 1.237.530. Anche in Francia si registra un calo dei nuovi casi del 43%. Per quanto riguarda l’Italia il dato riportato è quello sui nuovi decessi, pari a 2.282, il 13% in meno della settimana precedente.
La principale novità dell’ultimo bollettino dell’Oms consiste nell’approfondimento sulla variante BA.2, la “cugina” di Omicron se così vogliamo dire, su cui si è concentrata l’attenzione degli epidemiologi nelle ultime settimane.
L’Oms ricorda che sotto la designazione ombrello di Omicron sono catalogate 4 sotto-varianti, BA.1 (la più diffusa), BA1.1, BA.2 e BA.3.
Dall’andamento dei contagi si può dedurre che BA.2 sia ancora più trasmissibile della variante Omicron BA.1. La stima effettuata sui dati della Danimarca suggerisce che BA.2 sia del 30% più trasmissibile di BA.1.
Il parametro indicativo per conoscere la capacità di contagio della nuova variante è il cosiddetto “tasso di attacco secondario” che misura, in sostanza, la probabilità che le persone a contatto di una persona infetta si contagino. Il tasso di attacco secondario indica cioè quante persone tra quelle entrate in contatto con il positivo si contagiano. Ebbene, secondo le indagini epidemiologiche danesi, il tasso di attacco secondario per BA.2 dopo 7 giorni dal contatto è del 39% in confronto al 29% di BA.1.
I test attualmente in uso, tanto gli antigenici quanto i molecolari, funzionano anche per la variante BA.2, ossia riconoscono i casi positivi con lo stesso livello di affidabilità che hanno dimostrato nei confronti delle altre varianti. Ma c’è una novità. La variante Omicron 2 si è guadagnata il soprannome di variante fantasma perché, a differenza di Omicron 1, non possiede tratti caratteristici che la rendono facilmente riconoscibile.
La variante Omicron BA.1 infatti si distingue per un gene mancante e può essere facilmente individuata con un test molecolare. Grazie al suo “segno particolare”, BA1 non può essere confusa con la variante Delta. BA.2 non presenta lo stesso gene mancante. Sarebbe difficile quindi distinguerla da Delta ma in un contesto in cui la variante dominante è Omicron, la presenza del gene in questione può servire a differenziare BA.1 da BA.2.