MotoGP Valencia 2022 – Gara

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Oggi si è tenuta l’ultima gara del motomondiale che ha visto la gioia che scioglie tutto, l’abbraccio dei tifosi, del box e dei parenti, della fidanzata, della sorella e degli amici dell’Academy, Valentino in testa, alla fine ha cancellato tutta la tensione accumulata per 27 giri, per Pecco Bagnaia.

Altro che passeggiata, la gara della vita per Bagnaia è sembrata a tratti un vero e proprio calvario, con gli avversari che si facevano sotto, inclusi i piloti della Ducati come Marini e Bastianini, la paura, anche di un piccolo contatto che avrebbe rimesso in gioco tutto, la mano che dosava l’acceleratore con cautela, la Desmosedici meno efficace nelle curve a destra, menomata di un’aletta. La paura di un errore che avrebbe mandato in fumo una stagione lunga 19 gare.

La prima completa, dopo il biennio della pandemia.

Bagnaia è quindi il primo campione di una “normalità ritrovata”, di una Motogp Valencia 2022 che tornata sui circuiti lontani, gli Usa, l’Argentina, il Giappone, la Malesia, l’Australi e la Thailandia a cui era stata costretta a dire No a causa di un virus che stava facendo milioni di morti in tutto il mondo.

La distanza del campionato è anche stata la chiave di volta, fino all’ultima corsa. Sulla distanza ha vinto lui, mentre Quartararo perdeva forza e certezza. Come si è visto anche a Valencia, una gara d’attacco, ma senza la gioia del podio, nemmeno nella corsa finale. Fabio ha sgomitato subito con Bagnaia, entrato deciso su di lui; contatto e scintille – da cui la perdita dell’aletta aerodinamica sulla Ducati – il momento migliore di tutta la corsa, prima di confinarsi al quarto posto, senza intaccare, se non di misura, il distacco da Miller, senza poter reagire al sorpasso di Binder.

Un finale inadeguato a un talento del suo calibro, con la testa forse già proiettata ai test di martedì, con la speranza di trovare una Yamaha all’altezza, per prendersi la rivincita il prossimo anno. La gara, al di là della sfida, l’attesa per il verdetto conclusivo, ha regalato poche emozioni.

Marquez era partito per vincere, ma al nono giro è caduto. “Marquez all-in”, o tutto o niente, in fondo l’aveva dichiarato prima della gara:

“Qui posso rischiare. […] Ho avuto un problema tecnico – ha spiegato lo spagnolo – la moto aveva perso potenza, ma ho voluto attaccare lo stesso”.

Intanto Rins, partito fortissimo s’era portato in testa dove è rimasto fino al traguardo. Nessuno gli aveva dato peso prima del via, la vera sorpresa è stata la sua performance. Martin ha chiuso al terzo posto, dopo un lungo inseguimento a Rins, ma nel finale s’è visto superare da Binder partito settimo.

Miller che sembrava avere il podio alla sua portata ha sprecato tutto cadendo a quattro giri dal termine. Sarebbe stato un gran risultato per la Ducati che ha però festeggiato il suo secondo titolo piloti, dopo quello di Stoner del 2007.

Una stagione incredibile con 12 vittorie, 16 pole position, 41 piazzamenti, la vittoria del classifica costruttori e di quella per i team.

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