Timore per l’aumento dei casi Covid in Cina
Il dollaro statunitense si è rafforzato notevolmente nelle ultime sessioni, proprio sulla scia delle paure degli investitori su un forte aumento dei casi covid in Cina che hanno portato a un incremento degli acquisti sul biglietto verde considerato “safe heaven”.
I rialzi del dollaro sono anche legati al forte sell-off subìto a partire da giovedì 10 novembre in seguito ai dati sull’inflazione USA (in rallentamento al +7,7% a/a nel mese di ottobre) che hanno aumentato le aspettative di una Fed meno aggressiva sui tassi nel prossimo meeting di dicembre.
Già ad inizio settimana, il biglietto verde guadagna contro tutte le principali valute con il Dollar Index che sale di 43 punti a 107,53 anche se rispetto a venerdì scorso, dove si era fermato a 106,60, è in rialzo di 93 punti.
Il dollaro si sta quindi riprendendo anche contro l’euro con la coppia EUR/USD che oggi è scesa di 43 pips a 1,0230. Il movimento avviene anche in scia alle parole del Presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, che la settimana scorsa ha auspicato un continuo aumento dei tassi da parte del FOMC con un livello finale per il 2023 stimato tra il 5% e il 7%.
A causa di questo, vi sono stati consistenti apprezzamenti del biglietto verde anche sulle coppie USD/JPY e GBP/USD.
Nel primo caso, l’ottimismo degli speculatori dopo il dato sull’inflazione USA, aveva portato il cambio fino a 137,67, minimo del 29 agosto scorso, anche se questo movimento non rispecchiava assolutamente i fondamentali visto che le politiche monetarie delle rispettive banche centrali si trovano agli antipodi (3,75%-4% la Fed e -0,1% la BoJ).
Infatti, oggi la coppia USD/JPY mostra una decisa ripresa al rialzo (più di 100 pips) fino a 141,80, recuperando quindi, almeno parzialmente, le perdite delle scorse settimane che avevano indebolito il dollaro dopo un guadagno contro la valuta nipponica di oltre il 20% da gennaio.
Le previsioni ci dicono che in merito al ri-tracciamento subìto dal dollaro nelle scorse settimane è stato dovuto in parte ad un “over-shooting” del mercato in risposta ai dati sull’inflazione pubblicati lo scorso 10 novembre.
Infatti, quest’anno il biglietto verde si è rafforzato principalmente a causa della politica monetaria restrittiva della Fed ma bisogna ricordare che il dollaro statunitense tende ad apprezzarsi anche durante i periodi di elevata incertezza economica, come quello odierno, in quanto viene considerato dagli investitori come una valuta rifugio.
Detto ciò, ora sembra che l’effetto di euforia dovuto ad un rapido allentamento sui tassi da parte della Federal Reserve stia svanendo e quindi il “King Dollar” potrebbe tornare a guadagnare terreno nei prossimi mesi contro le principali valute mondiali.
Gli esperti credono che il dollaro continuerà a seguire il trend primario rialzista iniziato a gennaio 2022 che ha portato il Dollar Index fino ai massimi livelli di 114,70 lo scorso 28 settembre. Un eventuale inversione di tendenza potrebbe derivare solo da un esplicito annuncio da parte dell’autorità monetaria statunitense di essere molto più soft sui rialzi dei tassi di interesse in seguito ad un sostenuto calo delle pressioni inflazionistiche.
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