Moto GP, le attenzioni che dovranno avere i meccanici
La Manutenzione di questi mostri della Moto Gp, come potete immaginare non è proprio la stessa che deve affrontare una comune moto da strada. Per questo abbiamo deciso di fare qualche ricerca, prima dell’inizio dei test, per fare un quadro chiaro della situazione e meglio comprendere a cosa vanno incontro i meccanici, nel preparare il nuovo anno che verrà.
Anche perché è innegabile che ai vecchi problemi oggi se ne aggiungano sempre di nuovi, considerando in particolare la tecnologia che si portano dietro questi mostri della strada. La tecnologia è altissima e tutto viene iper ottimizzato con l’obiettivo di ottenere le prestazioni più alte possibili.
La procedura d’avviamento di una GP è già di per se più complessa, con riscaldamenti differenziati e successivi per olio e acqua, rabbocchi, controlli e aggiustamenti, immaginatevi quindi la manutenzione programmata.
A farla da padrone in tutto ciò è sempre lui, il regolamento che ha introdotto un limite per i propulsori utilizzabili nel corso di una stagione, ciò ha naturalmente posto un freno alla sostituzione di componenti interne al propulsore. Se abbiamo ben compreso, si parla di circa 200 componenti ed è andata bene se pensiamo che ci sono circa 2000 componenti calcolati per una MotoGP, soggetti a sostituzione programmata, compresi ovviamente i liquidi e i materiali di consumo.
Il regolamento è ancora qualcosa che è prevedibile, pensiamo a come aumentano i costi nel momento in cui subentra un’incidente. Se tutto va bene a farne le spese è solo il telaio, nel peggiore dei casi i pezzi principali come dischi, catena e persino motore, possono purtroppo andare incontro alla loro fine.
In genere però quando si assiste a incidenti del genere la modo è sicuramente l’ultimo pensiero. Il primo è ovviamente il pilota, essendo in questo sport molto esposto. Questo è un dettaglio che non cambierà mai, tanti sono gli elementi che sono stati aggiunti alla tuta nel corso del tempo ma di certo non potranno mai indossare delle armature, perché oltre ad essere sicuri devono essere senza dubbio, nella completa possibilità di muoversi.
Abbiamo provato a raccogliere qualche numero:
Un weekend di gara prevede una percorrenza di circa 500km.
Ogni 350km vengono sostituiti olio e acqua.
Ogni 500km si sostituisce la catena che quindi dura circa un GP.
Si salvano corona e pignone che teoricamente possono durare il doppio, ma vengono “spalmati” su più gare. Stessa durata teorica per i dischi frizione, anche se precauzionalmente vengono sostituiti dopo ogni prova di partenza.
Ogni 1000km si cambiano dischi e pastiglie che viaggiano sempre accoppiati, spesa molto rilevante nel budget di una squadra assieme a quella per i cerchi che durano per fortuna, almeno 1.200km.
Un motore, stante il vincolo regolamentare, dura circa 2.000km a scanso di problemi tecnici o cadute devastanti.
Stesse eccezioni per semimanubri e reggisella/codone, che precauzionalmente vengono sostituiti ogni 4.000km.
Più a lungo, circa 4.500km, ovvero circa mezza stagione, la percorrenza/durata massima per telai e forcelloni.