Eredità – Come comportarsi per riscuoterla
Quando un proprio caro viene a mancare, i conti e i depositi a lui intestati presso gli istituti di credito vengono bloccati al momento della data dalla notizia della morte.
Ma in che modo è possibile sbloccarli e quindi in qualità di erede, riscuotere le somme di cui si ha diritto?
La prima cosa da fare all’apertura della successione è comunicare la morte dell’intestatario all’istituto di credito presso il quale avete notizia dell’esistenza di conti intestati al de cuius.
L’istituto procederà a un blocco cautelativo, che diverrà “definitivo” nel momento stesso in cui verrà presentato il certificato di morte (ottenibile al Comune). A quel punto, però, non sarete in grado di “sbloccare” i fondi fino a quando non presenterete all’istituto di credito un dossier di documenti che vi permetterà di chiudere la pratica con la banca.
Premetto che tale operazione può risultare spesso complessa, soprattutto quando gli eredi sono più di due o quando alla base ci sono complicazioni di tipo caratteriale. Per cui spesso a fare da punto di incontro per tutti e a raccogliere e gestire tutta la documentazione è una figura che fa da mediatore, quella del Patrocinatore stragiudiziale.
I documenti che vi chiederà sono:
Certificato di morte;
Atto di notorietà o dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà;
Copia conforme del verbale di pubblicazione o di attivazione del testamento, nell’ipotesi vi sia testamento;
Dichiarazione di successione o certificato di eseguita dichiarazione e di pagamento dell’imposta, rilasciata dall’Agenzia delle Entrate territorialmente competente, all’interno della quale si possa evincere in modo chiaro il dettaglio dei beni e dei valori dichiarati (tra cui deve, naturalmente, esser presente anche il conto bancario).
Vi renderete conto che è facile ritrovarsi disorientati a questo punto, quando poi spesso bisogna combattere anche con il dolore di una perdita. Una figura di fiducia che vi spieghi passo passo ciò che va fatto, diviene praticamente fondamentale.
Inoltre, non tutte le banche seguono un percorso omogeneo quando cercano di valutare con attenzione la pratica di successione. Ne consegue che mentre alcuni istituti di credito potrebbero domandare un atto di notorietà all’interno del plico di documenti obbligatoriamente da reperire per poter sbloccare i fondi. Altri potrebbero accontentarsi di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
L’atto di notorietà è un atto pubblico reso davanti al Notaio (attestazione notarile) o dinanzi al Cancelliere del Tribunale (attestazione giudiziaria). Con questo due deponenti estranei alla successione assumono la responsabilità di quanto attestato in merito alla devoluzione dell’eredità.
Oltre alla dichiarazione di estraneità dei deponenti alla successione e alla pronuncia esplicita della formula di giuramento, l’attestazione conterrà la data e il luogo del decesso del de cuius, i suoi dati anagrafici, il luogo dell’ultimo domicilio e della residenza abituale e. Nell’ipotesi in cui non esista testamento, l’elenco degli eredi legittimi, con i dati anagrafici completi.
Se invece esiste testamento, la dichiarazione dovrà riportare altresì gli estremi di pubblicazione di questo documento, l’elencazione dei soggetti che vengono indicati come eredi nel testamento, l’elenco degli eredi legittimi nell’ipotesi in cui il testatore non abbai disposto di tutti i suoi beni, l’eventuale esistenza di eredi legittimari non contemplati nel testamento, la dichiarazione che il testamento regolante la successione è l’ultimo valido e che contro lo stesso non sono prestate impugnazioni.