Allerta Covid nel mondo dopo che la Cina ha riaperto ai viaggi
Come abbiamo sottolineato nelle nostre Guide Viaggio, il mondo è tornato a viaggiare ma questa apertura totale che tanto fa bene all’economia e alla nostra mente, oggi a causa dell’allentamento delle restrizioni anti Covid in Cina, potrebbe portare ad un disastro globale.
Dall’8 gennaio andrà ancora peggio con lo stop alla quarantena, praticamente pochi giorni prima del Capodanno cinese, la festa più importante dell’anno, quando milioni di persone si metteranno di nuovo in viaggio per riunirsi a familiari e amici all’interno del Paese o al di fuori dei confini dopo 3 anni di stop.
Già mezzora dopo l’annuncio, i siti di viaggio sono stati presi d’assalto, con la concreta possibilità di provocare nel resto del mondo una nuova ondata di Covid ad altissimo rischio di nuove varianti da Covid-19.
Alcuni Paesi come Giappone e India stanno già attivando le prime misure di protezione.
L’esplosione del numero di contagi e dei morti dall’inizio del mese di dicembre, quando sono state abolite le rigide misure di contenimento a seguito dell’ondata di proteste della gente, è difficilmente misurabile anche a causa dello stop alla diffusione dei dati deciso qualche giorno fa dalle autorità di Pechino.
Ma i numeri che circolano sono allarmanti. Secondo la società di ricerca britannica Airfinity, ad oggi ci sono oltre un milione di nuovi casi e almeno 5 mila morti al giorno. Ma la situazione rischia di peggiorare ancora di più. I modelli elaborati da Airfinity suggeriscono un numero di decessi compreso tra 1,3 e 2,1 milioni a seguito dell’attuale ondata di Covid in Cina.
La stima della società è di 3,7 milioni di infezioni al giorno a metà gennaio nelle aree dove i casi sono attualmente in aumento più rapido, cioè a Pechino e nella provincia meridionale del Guangdong, per arrivare, in marzo, a 4,2 milioni di casi al giorno nelle altre province.
Il virus viaggia sulle gambe delle persone, ripetevano ossessivamente i virologi di tutto il mondo nei mesi più bui della pandemia segnati dai lockdown. E ora, sospesi i test di massa e di conseguenza il sistema di tracciamento della malattia, liberalizzati gli spostamenti dei cinesi, le conseguenze sono scontate.
Ieri, mezzora dopo l’annuncio della riapertura ai viaggi da parte della National Health Commission, i dati della piattaforma di viaggi Ctrip hanno mostrato che le ricerche di destinazioni oltre frontiera erano aumentate di 10 volte, tra le più gettonate Macao, Hong Kong, Giappone, Thailandia e Corea del Sud.
I dati di un’altra piattaforma, Qunar, hanno mostrato che 15 minuti dopo la notizia, le ricerche di voli internazionali sono aumentate di 7 volte, con Thailandia, Giappone e Corea del Sud in cima alla lista.
Proprio il Giappone ha annunciato oggi una strategia di difesa. Per decisione del premier Fumio Kishida, a partire da venerdì i viaggiatori provenienti dalla Cina saranno obbligati a fare un tampone e i positivi dovranno sottoporsi ad una quarantena di 7 giorni.
Tokyo sta anche valutando limitazioni al numero dei voli provenienti dalla Cina, da Hong Kong e Macao. L’India, da parte sua, aveva già deciso che chi arriva dalla Cina, oltre che da altri Paesi, deve mostrare un test negativo.