Massimo Troisi

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La statuetta del nostro amato Massimo, lo ritrae dietro alla sua bicicletta a rappresentare, insieme alla borsa e al cappello, uno dei film più celebri dell’artista che resterà per sempre nella storia, con in mano una piccolissima rappresentazione di un Presepe Napoletano.

Un’opera unica, nata da una proposta dell’Assessore alla Cultura Pietro De Martino, la scena presepiale che rappresenta Massimo Troisi in costume da Postino nell’atto di consegnare un presepio, ha visto il gruppo degli associati partecipare entusiasticamente alla realizzazione.

Un’opera unica realizzata dai maestri Francesco Testa e Luigi Tramontano, al primo è stata affidata la realizzazione del Pastore, al secondo la realizzazione del piccolo presepe.

Bruno Buiano ha offerto il modellino della bicicletta dalla sua collezione personale.

Giancarlo Adinolfi ha realizzato la borsa in pelle miniaturizzata.

Il fondale, che rappresenta la tipica macchia mediterranea dell’isola di Procida dove si è girato l’ultimo film di Massimo Troisi, è tratto da una foto scattata a Procida da Vittorio Pandolfi.

Attualmente l’opera è in trasferta, ospitata dall’Associazione Italiana Amici del Presepio Sede di Maratea per la XXIV Mostra d’Arte Presepiale.

Tale opera venne realizzata per aprire la XXV edizione della Mostra di arte presepiale “Anch’io Presepio”, allestita a quel tempo in Villa Bruno presso i locali interni dell’ex Goethe Cafè, proprio dall’Associazione Italiana Amici del Presepe Sede di San Giorgio a Cremano.

L’artista scomparso precocemente, rappresenta il volto della città di San Giorgio a Cremano, a dimostrarlo è il fatto che, pur avendo toccato l’apice della sua carriera negli anni ‘70, ancora oggi è amato dai più giovani.

“Il comico dei sentimenti”, “Il Pulcinella senza maschera” così lo soprannominavano Massimino, considerato uno dei massimi interpreti della storia del teatro e del cinema italiano.

Adoperò uno stile ancora oggi inconfondibile e tutto suo, che risaltava una capacità espressiva, sia verbale sia mimica che gestuale con la quale riusciva a unire ruoli comici a quelli più riflessivi.

Così la sua città mostra di portarlo ancora saldamente nel cuore, consacrando l’uomo in un pastore, altro simbolo della napoletanità più profonda, insita in ogni partenopeo.

Marianna Cino

Per A.I.A.P. sede di San Giorgio a Cremano

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