Piccole donne

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Personalmente ho approfittato di questo periodo di quarantena per rispolverare un vecchio classico, uno di quelli che in genere si leggono da piccoli e che già nell’adolescenza si iniziano a perdere. Nel profondo sperò però che gli insegnanti del futuro, capiscano quanto sia importante la lettura sin da piccoli e che non lascino che certi titoli cadano nel dimenticatoio.

Come vi avevo già accennato, dopo aver visto l’ultimo film di Greta Gerwing, tratto dai due romani, “Piccole donne” e “Piccole donne crescono” non potevo non paragonarlo alla trama originale per scoprire quanto il suo amore per il romando di Louisa May Alcott, l’avesse portata a rimanere fedele alla storia.

Devo dire che sono stata fin dal principio molto stupita dai dettagli, quelli che ti portano a collegare fedelmente un film al libro. Certo è che quel che maggiormente si recepisce dal testo è la condizione sociale in cui vivevano le ragazze e quanto umili fossero i loro pensieri e i loro atteggiamenti, pur non smettendo mai di sognare.

Nonostante la sua veneranda età, la prima pubblicazione risale al 30 settembre 1868 e nonostante il voler rimanere legati a quelle che allora erano le rigide regole sociali che delle buone ragazze avrebbero dovuto rispettare, “Piccole donne” resta poi molto attuale.

Complice, la voglia di riscatto, l’emancipazione nonostante tutto. La consapevolezza da parte delle ragazze che sempre e comunque, bisognava rimboccarsi le maniche e fare il doppio del sacrificio, per portare avanti la casa sotto ogni aspetto, anche quello economico. Un atteggiamento che oggi, nonostante ci troviamo nel XXI secolo, potrebbe far impallidire determinate classi sociali.

Meg, Jo, Beth e Amy, quattro sorelle dal carattere molto diverso, si trovano improvvisamente ad affrontare la guerra: devono cambiare la propria vita per sostenere la mamma, mentre il padre è nell’esercito. Decidono così di fronteggiare le difficoltà con allegria e sopratutto spirito di iniziativa.

Ecco perché a mio parere questo titolo dovrebbe continuare a rimanere sulla cresta dell’onda, sopratutto per i più giovani, perché sono ancora tanti gli insegnamenti che riesce a trasmettere.

Insomma se vi piacciono le emozioni, le storie familiari e le ragazze caparbie, questo è il libro che fa per voi. Sopratutto in questo periodo di quarantena, potrebbe alleggerirvi il cuore e lasciarvi libere di sognare e viaggiare con la fantasia, evitando così di pensare a ciò che al momento sta accadendo là fuori.

Considerate che la fama di questo romanzo, l’ha portato ad avere tantissime rivisitazioni nel corso del tempo, sia cinematografiche che televisive a cominciare da “Little Women”, film diretto da Harley Knoles nel 1918, che addirittura, venne girato in parte, proprio nella casa dove Louisa May Alcott viveva e in cui scrisse il libro. Purtroppo però film è andato perduto.

Il primo di cui ci resta testimonianza è quindi il celebre “Piccole donne”, diretto da George Cukor del 1933. L’anno successivo, vinse il Premio Oscar nel 1934 per la Migliore sceneggiatura non originale ed ebbe la nomination per la Migliore regia. Lo stesso anno, al Festival di Venezia, Katharine Hepburn, che interpretava Jo, fu premiata per la Miglior interpretazione femminile.

 

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