Bisogna tornare al Cinema

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Paolo Sorrentino, premio Oscar per La Grande Bellezza, a Marrakech, presidente della giuria del concorso di un festival alla 19/a edizione, tutto orientato sulla scoperta di nuovi registi alla prima o alla seconda opera cinematografica e che riprende quest’anno dopo due anni di stop per la pandemia, ha detto:

“Penso che bisogna provare a salvare le sale. In tutto il mondo e anche in Italia stanno chiudendo tanti cinema per la crisi e le piattaforme non hanno in questo momento bisogno di noi per fare le serie o i film mentre le sale cinematografiche sì. Io stesso ho fatto, con una esperienza meravigliosa, il mio ultimo film È stata la mano di Dio con Netflix, ma in quel momento i cinema erano chiusi per la pandemia, ora la sfida è far tornare il pubblico in sala e sarà anche la mia prossima sfida”

Il festival di Marrakech aperto l’11 da Pinocchio di Guillermo Del Toro, è un mix di debutti e grandi star, con tributi ad importanti personalità del cinema mondiale e terminerà il 19.

La rivoluzione delle donne in Iran, la guerra in Ucraina, le tensioni internazionali sui migranti, una crisi economica in procinto di abbattersi sulle popolazioni, temi che pesano e influenzano anche il cinema mondiale, tanto che Paolo Sorrentino ha dichiarato:

“Sento la responsabilità e il dovere di prendere posizione su tutto questo come cittadino, ma come regista sono impotente sull’attualità: il mio lavoro è su ciò che già si è storicizzato, non sono un giornalista o un saggista, non penso che sia un mio compito raccontare la realtà corrente intorno, mentre come cittadino mi indigno e ne soffro. I film – prosegue ancora il regista – per me non devono avere un’ideologia, un messaggio come si diceva una volta”

Ancora più convinta è l’attrice libanese Nadine Labaki ne è convinta, sente quello che accade intorno come un macigno, che ammette:

“abbiamo grandi responsabilità come cineasti, è un nostro compito amplificare, rivelare, raccontare le sofferenze, per me è una missione anche artistica”.

Tutto questo accade mentre oggi la settima arte si trova a un punto epocale della sua esistenza, non è certo un’industria in crisi dal punto di vista delle produzioni, ma è un settore in difficoltà dal punto di vista delle sale.

Troppe persone senza mascherina al chiuso nella stessa sala, troppo streaming, troppi eventi, troppe piattaforme, troppo caldo, troppa luce. C’è sempre qualcosa che distrae l’attenzione del pubblico, che ha cominciato a frequentare sempre di meno le sale cinematografiche.

Per fortuna nelle ultime settimane i numeri sono comunque aumentati e le sale cittadine hanno riscontrato un afflusso crescente.

Diciamoci la verità a prescindere da tutto, l’atmosfera delle luci che si abbassano, lo schermo che restituisce le grafiche che ricordano di silenziare il cellulare, le prime note di una colonna sonora che riempiono il silenzio della sala e gli ultimi mormorii del pubblico, prima di non sentire null’altro che le voci di attori e doppiatori che ci fanno sognare, al cinema come non mai.

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