In Italia da giugno vaccinazioni di massa
Fino a maggio si è proseguito per il lungo sentiero dei vaccini contro il Covid-19, seguendo il metodo delle fasce di lavoratori e per fasce d’età. Ma l’intenzione ora è quella di continuare da giugno con una vaccinazione di massa vera e propria.
L’idea alla base del ragionamento in corso tra Ministero della Salute, Consiglio Superiore di Sanità e Governo è quella di ampliare la platea offrendo la possibilità di vaccinarsi a tutti gli italiani di età compresa tra 18 e 59 anni. Senza dimenticare il criterio della fragilità che continuerà, come sempre dall’inizio della campagna vaccinale, che va sempre a rappresentare una priorità.
Si tratterebbe quindi di una tappa ulteriore nel percorso di attuazione del piano vaccinale adottato poco dopo l’insediamento alla guida della struttura commissariale del generale Francesco Paolo Figliuolo. Nei piani del governo Draghi dovrebbe scattare una volta completata la vaccinazione degli over60 che (per alcune regioni) potrebbe essere ultimata prima del previsto.
Anche perché a questo punto non ci sono differenze di rischio per quel che riguarda le indicazioni dei vaccini. In vista di quella che può essere considerata la seconda fase della campagna vaccinale, verosimilmente, pure considerando i dati aggiornati, si supererà la raccomandazione dell’Agenzia italiana del farmaco di riservare i vaccini AstraZeneca e Johnson&Johnson agli over60.
In modo tale che chi vorrà, sempre su base volontaria e previo consenso informato, potrà anche farsi iniettare uno dei due preparati ad adenovirus. Adesso quanti di età inferiore ai 60 anni hanno ricevuto la prima dose con AstraZeneca dovranno farsi il richiamo con lo stesso vaccino. Secondo le autorità, non cambierebbe nulla in quanto non ci sono evidenze di eventi avversi con la seconda dose, come ha specificato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza.
Dopo gli over 65, secondo il generale si potrà dare la disponibilità alle aziende di vaccinare il personale
“e permettere così uno slancio economico al Paese”.
Martedì 4 maggio si riaprirà il tavolo con Ministero del Lavoro, Ministero della Salute, commissario straordinario, Inail e i rappresentanti delle Regioni per definire l’organizzazione della vaccinazione sui luoghi di lavoro e individuare criteri e priorità dell’operazione. Ci sono già “7.500 aziende pronte a vaccinare”, ha spiegato oggi il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, indicando come ordine di priorità nella vaccinazione:
“Dopo i 60enni le categorie di lavoratori più esposte”.
Segnato il traguardo del mezzo milione di somministrazioni quotidiane, la nuova scommessa di Figliuolo è raggiungere entro metà luglio il 60% della popolazione vaccinata in modo da trascorrere
“una estate tranquilla, sempre seguendo le regole”
Per arrivare a quel 60%, dunque a circa 35.784.893 persone immunizzate entro la metà di luglio il ritmo della campagna dovrebbe aumentare del 33,2%. Per arrivare al traguardo dell’immunità di gregge, fissato a quota 80% della popolazione vaccinata, per settembre, la media delle vaccinazioni dovrebbe attestarsi su circa 495.000 somministrazioni al giorno.
Avendo a disposizione i quantitativi necessari di dosi da inoculare, come il generale ricorda infatti il mantenimento del risultato del mezzo milione di dosi somministrate, è:
“sempre più legato alla puntualità e alla consistenza delle consegne di vaccini da parte delle aziende farmaceutiche”
Sulla carta le fiale non mancano.