Covid-19, la variante inglese

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Quello che assolutamente dovete sapere prima di andare nel panico.

Il panico in questi giorni ha ripreso a dilagare, non solo a causa delle misure restrittive prese da diverse Nazioni, nei confronti degli spostamenti aerei, in merito a merci e persone ma anche per la preoccupazione della così detta Nuova Variante del Covid-19.

Così in questi giorni, ho cercato di leggere e ascoltare tutti i medici, i virologi, i ricercatori impegnati nella ricerca del vaccino che hanno cercato di chiarire la differenza con questa variante.

Questo è stato molto importante per evitare di finire nel panico mediatico che sta dilagando al momento, soprattutto sulla penisola italiana e su cui qualcuno sta cercando di fare chiarezza. Come il virologo Giacomo Gorini che prova a gettare acqua sul fuoco.

Gorini, di cui sicuramente in questi mesi avrete sentito parlare è un ricercatore dello Jenner Institute dell’università di Oxford, che sta lavorando con AstraZeneca al vaccino, è allievo di Roberto Burioni. Ha spiegato all’Ansa che la famigerata variante covid individuata a Londra e nel sud-est della Gran Bretagna non inficerà sull’efficacia del vaccino.

La presenza, nella nuova variante, di alcune mutazioni in zone ben delimitate della proteina Spike non mi fa sentire particolarmente preoccupato per quanto riguarda l’efficacia dei vaccini in arrivo: gli anticorpi indotti dalla vaccinazione potranno comunque legarsi sulla stragrande maggioranza della superficie della proteina Spike che è rimasta invariata. – inoltre sottolinea Giacomo Gorini – Le informazioni che riceviamo da Oltremanica segnalano che questa variante non è più letale e che non porta ad una sintomatologia più grave. Si sospetta però che il virus si diffonda più facilmente, sebbene questa osservazione sia da confermare del tutto”.

Ieri, infatti, l’Independent registra che nel Regno Unito i casi di covid-19 sono aumentati di oltre il 50% in una settimana.

Ovvio che poi, nei paesi dove il monitoraggio è maggiore, si trovano più mutazioni di SARS-CoV-2. Il Regno Unito in questo è tra i migliori al mondo, l’Italia invece è tra i peggiori.

Il primo a comunicare il fatto che la variante sembra essere più contagiosa, ma non più letale o aggressiva di quella in atto, è proprio il Regno Unito, la cui voci si unisce quindi alle rassicurazioni simili che arrivano da molteplici esperti, nazionali e internazionali.

Gli esperti dell’Unione Europea, inoltre, hanno assicurato che la nuova variante non ha alcun impatto sull’efficacia dei vaccini sviluppati contro SARS-CoV-2.

Ciò però ha portato il Regno Unito ad inasprire le misure a Londra e nell’Inghilterra meridionale e la sua presenza è stata scoperta anche in altri Paesi, come Danimarca, Olanda e Australia. La notizia della nuova variante ha gettato più di un Paese nel panico, non solo la popolazione, ma anche diversi governi che si sono precipitati a interrompere i collegamenti con il Regno Unito. Tra questi, c’è anche l’Italia che, nel pomeriggio di due giorni fa, ha sospeso i voli con il Regno Unito, scoprendo poi in serata il primo caso positivo alla variante nel nostro Paese. Se ve lo siete persi, trovate QUI il nostro articolo.

Da più parti, in questi giorni, continuano a giungere voci di esperti autorevoli che indicano la necessità di non cedere al panico e all’allarmismo inutile. Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, spiega:

“I virus mutano continuamente. E’ il loro modo di vivere: cambiare per sopravvivere”

Giorgio Palù, virologo dell’università di Padova e presidente dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, rassicura, affermando quello che ormai dovremmo sapere da tanto:

“Dal prototipo di Wuhan sono già avvenute migliaia di mutazioni, che ci consentono di tracciare l’evoluzione del virus e classificare i diversi genotipi, che hanno un unico progenitore. Finora nessuna di queste mutazioni è stata correlata con un aumento della virulenza, cioè con una capacità del virus di fare più male, di uccidere di più“.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il fatto che il Regno Unito abbia individuato la variante non significa che il Paese versi in condizioni peggiori dal punto di vista della pandemia rispetto ad altri Paesi.

Anzi è fondamentale per l’indice dell’alto monitoraggio condotto oltremanica.

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