Haas in difficoltà

Condividi

Approfondendo quanto anticipato sulla situazione della Haas per la Formula 1 2022 va ricordato che la società versava già in uno stato di grande difficoltà.

Il legame con la Ferrari non ha portato benefici sul fronte tecnico. Alle difficoltà hanno seguito quelle della Rossa e alle quali si sono sommate quelle finanziarie derivanti anche dal naufragato accordo con Rich Energy che, nel bel mezzo della stagione, fece mancare la liquidità promessa. Da qui la necessità di aprirsi al magnate Mazepin e di trasformare la vettura in una sorta di bandiera russa ambulante.

Viene da sé che, data la crisi improvvisamente acuitasi e stante le riluttanze della FIA e di alcuni team, capeggiati da Toto Wolff, che non vogliono l’ingresso di una nuova realtà che andrebbe parzialmente ad inaridire la fonte di danaro bene distribuita da quell’accordo interno che è il Patto della Concordia, l’affare Andretti-Haas diventi nuovamente una questione all’ordine del giorno.

Ma vi sono possibilità che la trattativa abbia qualche sbocco concreto?

Michael Andretti non ha escluso la riapertura, ma nemmeno si è mostrato troppo ottimista. Si è limitato a spiegare che si potrebbe aspettare una telefonata dall’imprenditore statunitense da sempre nel motorsport. Forse più un desiderio che una notizia. Forse l’unica strada che in questo momento percepisce si possa percorrere, dopo gli sbarramenti della F1 e il silenzio di Liberty Media che se sta alla finestra in attesa di sviluppi.

Michael è convito che l’ingresso della sua equipe nella serie porterebbe un incremento sensibile delle entrate e dei profitti. Questo poiché si fa sponsor di un mercato, quello statunitense, che si sta diffondendo a macchia d’olio nella categoria. Proprietà americana, sponsor della medesima area geografica e ben tre GP da disputarsi, a breve, sotto l’ombra della bandiera a Stelle e Strisce.

Andretti ha le idee molto chiare sulla cosa e lo ha lasciato intendere con queste parole:

“Credo che il mercato degli Stati Uniti non è stato ancora molto sfruttato e penso che ci sia molto da guadagnare qui. Avere un vero team e piloti americani, non uno russo (che bordata!), possa portare molte molte risorse“

Ecco che, in quest’ottica, gli altri contendenti non dovrebbero vedere limitate le risorse da dividersi. Un concetto che non fa una piega ma che al momento è più campato in aria che concreto.

L’ex pilota, quindi, vorrebbe ulteriormente americanizzare la categoria cogliendo la possibilità di estromettere parte della componente russa approfittando anche delle tensioni geopolitiche in corso. Scenari da “risiko” vero e proprio che oggettivamente sembrano un po’ troppo grandi per un manager sportivo. E che non incontrano i favori di un modo, quello della Formula 1, sempre molto attendista e ponderato nel muoversi quando in ballo ci sono i potentati di turno.

Prima di superare quelle che sembrano più che delle semplici staccionate, Andretti dovrebbe risolvere problemi più cogenti, come trovare un motorista, ad esempio. E pare che quelli attuali non facciano salti di gioia. Né la Volkswagen, in predicato di scendere in campo, sarebbe entusiasta di associarsi ad un team che ha tante idee ma, al momento, ben poca sostanza.

Per ora la F1 andrà avanti così com’è ed è possibile che Haas cercherà di uscire dalle sabbie mobili con altre sponsorizzazioni o con il supporto di Liberty Media che potrebbe fare da intermediario nella ricerca di nuovi fondi. Bisogna solo attendere e scoprire cosa accadrà.

Condividi