Sindrome del viaggiatore

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Questo periodo che va dalle vacanze estive a quelle natalizie è un periodo breve dove in molti non riescono a stare senza l’offerta last minute delle compagnie aeree. Per cui gli aeroporti sono strapieni, vengo proprio ora, dall’aeroporto internazionale di Capodichino a Napoli, dove vi assicuro vigeva il caos più assoluto. Famiglie intere, con bambini non in età scolastica che riempivano fino all’orlo ogni angolo dell’aeroporto.

Tutti desideriamo staccare un po’ ma non tutti possiamo farlo perché per molti e penso a me in prima persona, significherebbe scendere a compromessi e portare con noi il lavoro, anche per un weekend di ferie.

Così al mio rientro, posati bagagli e contro bagagli ho provato a comprendere cosa ci spinge ad evadere in questo periodo e con grande sorpresa, ho scoperto la “Sindrome del viaggiatore” , meglio conosciuta come la “sindrome di wanderlust” di cui voglio parlarvi.

Il termine wanderlust è di origini tedesche e significa letteralmente “desiderio di vagabondare” , che vuol dire che le vacanze sono andate bene e si ha ancora voglia di svagarsi un po’ prima della ripresa dei ritmi lavorativi.

Vi ricordate quando il problema era al rientro? Quando tornati delle ferie bisognava recuperare i consueti ritmi di vita, adesso gli italiani al rientro delle vacanze avvertono principalmente il bisogno di “vagabondare” nuovamente perché ritengono che la vacanza sia stata tropo breve.

Ciò accade perché i ritmi di vita sono diventati molto più complessi, quindi se prima la classica settimana di ferie bastava a tutti, ora risulta addirittura poco.

Quindi se sentite questo bisogno di fuggire nuovamente non preoccupatevi non siete i soli, per questo abbiamo deciso di realizzare questa guida viaggio, per mostrarvelo.

Ma quali sono i rimedi da poter attuare per cercare di accettare il ritorno ai ritmi quotidiani?

Sicuramente arrivare in città non all’ultimo giorno e una corretta idratazione legata ad una sana alimentazione rappresentano le armi in più per affrontare al meglio il ritorno in città.

Attenzione, non lo diciamo noi ma è quanto emerge da uno studio di In a Bottle, condotto su circa 1500 italiani, uomini e donne, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, forum e community digitali per raccogliere ansie e paure sul ritorno in città e su circa 20 esperti tra psicologi, sociologi e nutrizionisti, i quali spiegano come approcciare il post-vacanze.

Quali sono le preoccupazioni principali che senti se soffri di “sindrome del viaggiatore”? Il non programmare una nuova vacanza a breve rappresenta motivo di insoddisfazione per quasi un italiano su 3, seguito dal ritorno al lavoro spesso stressante e che non corrisponde a quelle che erano le nostre aspettative.

La psicologa Vera Slepoj afferma:

“Sapere di non poter fare più vacanze per un periodo di tempo abbastanza lungo comporta malinconia e il rifiuto della realtà quotidiana. Lo stress da rientro era in passato dato dal ricordo delle vacanze, alla libertà e al non essere vincolato ad orari, mentre adesso è legata alla nostalgia della frammentarietà, alla difficoltà di stare fermi e stabili, al non poter prevedere o programmare uno spostamento.”

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