STOP al distanziamento nei Cinema italiani
In Italia il Cinema torna con la capienza del 100%, insieme a teatri e altri luoghi di cultura viene abolita di fatto la distanza interpersonale di un metro. Le nuove misure anti covid decise dal Consiglio dei ministeri, con regole meno stringenti di quelle suggerite dal Cts, entreranno in vigore dall’11 ottobre e consentiranno alle persone di ritrovare così la socialità persa con l’epidemia.
Più in dettaglio va specificato che in zona bianca, per gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali o spazi anche all’aperto, la capienza consentita è del 100% di quella massima autorizzata sia all’aperto che al chiuso.
Ma è bene ricordare che l’accesso è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di certificazioni verdi Covid-19. Con questa misura il governo è andato oltre le indicazioni del Cts di una capienza all’80%, abolendo così la distanza interpersonale di un metro.
In zona bianca si torna a pieno regime, con la capienza al 100%. Per la zona gialla restano invece in vigore le norme precedenti, per cui nel documento del governo si legge:
“In zona gialla gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali o spazi anche all’aperto, sono svolti esclusivamente con posti a sedere preassegnati e a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, sia per il personale, e l’accesso è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di una delle certificazioni verdi Covid-19. – Ed ancora – In zona gialla la capienza consentita non può essere superiore al 50 per cento di quella massima autorizzata”.
Si tratta di un passo fondamentale per la ripresa di tutto il comparto cinematografico e dell’intrattenimento, lì dove si erano registrate profonde perdite in particolare nel mondo dell’intrattenimento dal vivo. Se già le piattaforme digitali avevano iniziato il processo di crisi di cinema e teatri, le strette anti-contagio stavano soffocando sempre di più, dando il colpo di grazia.
Non si poteva obbligare questo comparto a sopravvivere soltanto con il 30% della capienza, in quanto ciò andava a pesare principalmente sulle spalle dei piccoli teatri, del privato, là dove magari anche le catene dei cinema iniziavano ad essere sofferenti.
Se le strette anti-contagio erano state allentate in tutta Europa, era necessario che ciò avvenisse anche in Italia.
“A fine 2019 erano 44 le strutture e 198 gli schermi a Roma. Ora il numero è lievemente calato – spiega Leandro Pesci, presidente dell’Anec Lazio, associazione che riunisce gli esercenti cinema – Alcuni per problemi di proprietà, altri per ristrutturazione. Ma se qualche sala riaprirà a breve, – non abbiamo certezze e notizie positive per le altre”.
Per cui era inevitabile che se già la nascita dei giganti dello streaming aveva messo in crisi il settore, la pandemia globale stava dando loro il colpo di grazia.
“Noi siamo riaperti dal 26 aprile, ma non è una ripartenza, abbiamo semplicemente aperto le porte. La gente non si è vista, sia perché mancavano prodotti appetibili, ma anche perché si sono abituati ai film a casa – approfondisce il presidente dell’Anec ammettendo – abbiamo una perdita di spettatori del 60%. E un’azienda che perde oltre la metà del fatturato non resiste a lungo”.